Al momento sono già oltre 3000 le esperienze in 75 Paesi prenotabili sulla piattaforma, che spaziano dal laboratorio di cucina armena alla scuola di macaron a Parigi, dalla lezione sulla pasta fatta a mano con una nonna italiana al workshop sulla pizza o sul sushi.
La maggior parte sono ospitate in case private, ma ci sono anche proposte in fattoria o in luoghi insoliti nella natura, sulla spiaggia, in una grotta o in barca. Insomma, ce n’è davvero per tutti i gusti. Ma l’ingrediente che le accomuna tutte è il fatto di sentirsi parte di una famiglia del posto, con cui condividere molto più di un pasto in un’atmosfera coinvolgente.
Per selezionare gli host e le ricette che meglio rappresentano il patrimonio culinario dei singoli Paesi, Airbnb si è affidata a Slow Food, che curerà anche la formazione della prossima ondata di cuochi casalinghi. Fino al 23 dicembre è infatti in corso il recruiting per la selezione di 100 nuovi host culinari che grazie a una borsa di studio avranno la possibilità di perfezionare le loro ricette di famiglia con lo chef David Chang e con sua madre presso l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, fondata da Slow Food.
Per candidarsi basta inviare la propria ricetta di famiglia tramite la pagina dedicata su Airbnb. Al termine del programma, tutte le ricette saranno pubblicate nel primo libro di cucina di Airbnb e pubblicizzate tramite annunci in tutto il mondo.
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