L’ha pronunciata Firas Al Bakri, 27 anni, produttore musicale, uno dei protagonisti di Young – a New Omani Generation, la mostra fotografica realizzata dal ministero del Turismo dell’Oman insieme all’agenzia fotografica Parallelozero. Obiettivo: raccontare un volto inedito del Sultanato, quello dei suoi giovani, in un Paese dove il 65% della popolazione ha oggi meno di 25 anni.
«L’anno scorso abbiamo accolto oltre 50mila visitatori italiani, e quello che ci piace sottolineare è che si tratta di visitatori di qualità – sottolinea Massimo Tocchetti, rappresentante del ministero del turismo del Sultanato dell’Oman in Italia – cerchiamo persone che si interessino e che siano pronte allo scambio con il Paese. Per questo abbiamo deciso di realizzare qualcosa che avesse uno sguardo innovativo, portatore di testimonianze autentiche come è autentico il valore dell’Oman».
Chi sono, da dove vengono, cosa sognano i ragazzi dell’Oman? Per scoprirlo il reportage è stato affidato ai loro coetanei, quattro giovani fotografi di Parallelozero, Umberto Coa, Nicolò Panzeri, Vanessa Vettorello e Serena Vittorini, che hanno incontrato studenti, sportivi, artisti, guide turistiche, insegnanti, designer e musicisti omaniti. Li hanno raccontati con il loro obiettivo in un viaggio attraverso il Paese con l’aiuto delle guide di Al Koor Tourism. Il risultato è un collage di immagini che viaggia dalla vivace capitale Muscat ai deserti, dalla campagna alle aule scolastiche, accompagnati dai testi con le loro storie.
Ci sono i giovani che stanno trasformando in guest-house le vecchie case abbandonate nei villaggi, c’è il ritratto di Maisa, 30 anni, che fa la fotografa subacquea, c’è Alia che insegna arabo agli stranieri e Farida che da designer ricrea gli abiti tradizionali delle donne omanite, Khamis che fa il pescatore con il padre, il team di artisti visivi BusafiVisuals. Tra le pareti e gli allestimenti che sembrano lunghi lenzuoli sfilano primi piani, ritratti di gruppo, scatti in aule scolastiche, sul lungomare.
Cosa ha significato entrare in contatto con loro? Trovare giovani curiosi, disponibili, coinvolti dalla grande città ma al tempo stesso solidamente legati alle radici, e in contatto col mondo a portata di social. È quello che ci hanno raccontato i fotografi che hanno realizzato il reportage. «È stata un’esperienza molto forte, ho trovato una sorta di misticità e una grande energia nelle persone e nel luogo – spiega Serena Vittorini – Ho cercato di tradurre il rapporto tra tradizione e innovazione guardando ciò che mi circondava, unendo il lavoro di ritrattistica e spazio urbano».
Per tutti è stata la prima volta in Oman, «e c’è una voglia forte di tornare – racconta Vanessa Vettorello, suoi diversi scatti di gruppo – Ho cercato di entrare in dinamiche di comunità, come le scuole, è molto bello quando penetri quel mondo e vieni accettato». Non solo città: ai colleghi il compito di scoprire la zona delle montagne. «Ho vissuto un Paese solitario – racconta Nicolò Panzeri – instaurando un rapporto forte con le persone ma anche con la natura e il paesaggio. Sono luoghi che stanno vivendo un forte spopolamento, ma chi lavora nella capitale ritorna sempre nei villaggi nativi quando il giovedì si finisce di lavorare, un richiamo solido».
Young – a New Omani Generation, a ingresso gratuito, patrocinata dal Comune di Milano e realizzata con il supporto di Oman Air, si può visitare fino al 14 febbraio dalle 11.30 alle 18.
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