Il podere, per 40 anni la sua dimora principale e fonte di ispirazione per le sue opere, adesso è visitabile virtualmente grazie alle tecnologie messe a disposizione dalla Fondazione Claude Monet.
Basta un clic per varcare l’ingresso dei giardini e delle stanze dove il pittore visse insieme alla sua famiglia, dal 1883 al 1926, anno della sua morte. A 43 anni Monet viene a vivere qui con la compagna e i loro figli. Il paesino normanno conta solo 300 abitanti e la casa del pittore si trova nel punto di confluenza della Senna con l’affluente Epte.
L’artista, rapito dalla bellezza del paesaggio, ha trovato il luogo ideale per praticare le sue due passioni: la botanica e la pittura. Ha acquistato la casa con il fienile che diventerà il suo atelier, davanti alla quale si estende un ampio giardino. Monet fa di questa proprietà, il Clos Normand, il famoso giardino ritratto nei suoi quadri, una vera e propria opera d’arte.
La casa brilla di colori vivaci ed è molto diversa dalle scure case borghesi dell’epoca: la facciata è rosa, la cucina ha mattonelle blu e turchesi, la sala da pranzo è gialla e il salotto è di un azzurro delicato. Il tour inizia all’ingresso dove l’entrata divide da un lato la sala da pranzo con la cucina di maioliche bianche e azzurre, e dall’altro lato il salone-studio dove Monet dipinse gran parte dei suoi capolavori. Alle pareti ci sono 117 capolavori giapponesi che riflettono la passione di Monet per l’Oriente.
La visita virtuale continua al piano superiore destinato alle camere da letto e ai bagni. La stanza di Monet, che nel 2013 ha subito una ristrutturazione, racconta la storia dell’Impressionismo francese, ospitando sulle pareti anche le riproduzioni di alcuni dipinti di Cézanne, Renoir, Signac e Caillebotte.
La passione per il giardinaggio portò Monet a trasformare quello che in origine era un terreno per alberi da frutto e un orto in un oasi ricca di narcisi, tulipani, iris, papaveri, peonie, ciliegi e albicocche giapponesi. Il celebre ponte verde, in pieno stile nipponico, conduce al Water Garden con lo stagno, le ninfee e i salici piangenti.
Il bacino delle ninfee è lo specchio d’acqua ottenuto grazie alla deviazione di un affluente dell’Epte, il Ru, nel quale egli coltiva una nuova specie di pianta, presentata all’Esposizione Universale del 1889 e ottenuta dall’incrocio delle ninfee bianche con delle varietà tropicali. Nasce, così, il fantastico giardino acquatico percorso dal famoso ponte giapponese, che viene immortalato nella famosa serie delle Nymphéas. Una vera gioia per gli occhi che si possono immergere in un dipinto di Monet.
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