Virginia Woolf, credits National Portrait Gallery London
Il quartiere di Bloomsbury a Londra è quello che ospita il British Museum, la casa-museo di Charles Dickens non è molto distante da qui, mentre sorge proprio nel cuore delle sue strade un imponente edificio Art Decò, quello della Senate House, che qui svetta dagli anni Trenta. Era stata la sede del Ministry of Information inglese durante la Seconda Guerra Mondiale, oggi è una sede della University of London e della sua biblioteca centrale, ma si è guadagnato fama anche tra film e libri che ha ispirato, compreso uno dei più famosi, il capolavoro distopico di George Orwell, 1984, in cui la Senate House è stata modello per il Ministry of Truth.
Ma soprattutto Bloomsbury deve la sua celebrità, e le visite dei turisti, al circolo di scrittori, intellettuali e artisti che lo animò all’inizio del Ventesimo secolo, e alla sua rappresentante più illustre, Virginia Woolf.
E ora per la prima volta il mondo del Bloomsbury Group e della scrittrice di Gita al faro arrivano in Italia in una mostra dedicata, che ne racconta storia e elementi salienti, a Roma.
Il Bloomsbury Group nacque nel 1905 quando un gruppo di amici tra artisti e intellettuali cominciò a riunirsi nella casa londinese delle sorelle Bell, Vanessa e appunto Virginia, prima che diventasse la signora Woolf sposando Leonard. Il circolo continuò la sua vita vivace nei decenni successivi, alternandosi tra il cuore di Londra e la campagna inglese, dove sia Virginia che Vanessa avevano le proprie case nella natura, rispettivamente Monks House e Charleston.
E tutto questo ora è possibile scoprirlo o ripercorrerlo in una mostra visitabile fino al 12 febbraio 2023 al Museo Nazionale Romano – Palazzo Altemps. “Virginia Woolf e Bloomsbury. Inventing Life” fa viaggiare verso questo luogo il luogo dove si sono sperimentate forme di vita e di pensiero nuove che cambiarono i principi vittoriani e il forte spirito patriarcale di cui era ancora intriso il ventesimo secolo.
Rimasti orfani nel 1904, Virginia Stephen, non ancora Woolf, e i fratelli Vanessa, Thoby e Adrian si trasferiscono dall’altolocato Kensington nel meno privilegiato quartiere di Bloomsbury. Ben presto un nutrito gruppo di giovani donne e uomini si incontra nella casa al 46 di Gordon Square per inventare una vita nuova e libera. Virginia Woolf e Bloomsbury. Inventing Life è un progetto del Museo Nazionale Romano e della casa editrice Electa, realizzato in collaborazione con la National Portrait Gallery di Londra.
Ed è stata ideata e curata da Nadia Fusini, profonda conoscitrice dell’autrice inglese, della quale ha curato l’edizione in due volumi nei Meridiani, in collaborazione con Luca Scarlini, scrittore, drammaturgo, narratore, performance artist.
Visitando la mostra dedicata al Bloomsbury Group si potrà ripercorrere un’esperienza di amicizia intellettuale attraverso libri, parole, dipinti, fotografie e oggetti dei protagonisti di questa avventura dell’arte e del pensiero. In cinque stanze di Palazzo Altemps, corrispondenti ognuna alle diverse sezioni della mostra, si svolge il racconto delle figure di Bloomsbury. I giovani intellettuali che si incontravano nelle stanze delle sorelle Stephen condividevano predilezioni artistiche, relazioni romantiche, esperienze lavorative innovative, motivazioni sociali.
Questi individui dalla forte personalità diventeranno poi economisti, storici, scrittori, filosofi e artisti impegnati di sinistra: spesso saranno molto famosi. Come Leonard Woolf, marito di Virginia ed editore, l’economista John Maynard Keynes e il critico e saggista Lytton Strachey.
E il legame con lo spirito letterario in realtà prosegue anche nel Palazzo Altemps che ospita la mostra, e che nel passato era sede di una prestigiosa biblioteca, raccolta tra la fine del XVI e il XVII secolo dal cardinale Marco Sittico Altemps e dal nipote Giovanni Angelo, poi confluita nella Biblioteca Apostolica Vaticana. Nell’Ottocento poi ha ospitato diversi salotti letterari.
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