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Viaggio a Maradona City, la Napoli che non dimentica

Avrò avuto tre anni quando mio padre, un pomeriggio, rientrando a casa con un poster in mano mi disse: «Anto, questo è uno dei motivi per cui amo il calcio». Era il 1989 e su quel poster campeggiava Diego Armando Maradona, il Pibe de Oro. Quel numero 10, in azzurro, di spalle e pieno di ricci, che con i suoi goal ha incantato tutti e si è guadagnato il titolo di miglior giocatore al mondo. Una leggenda che ancora oggi, a distanza di 30 anni e nonostante la sua recente morte, riecheggia tra le strade della sua Napoli.

Quella città, quella squadra, che Maradona ha rappresentato per sette anni (dal 1984 al 1991) regalandogli due scudetti e una Coppa Uefa, ma soprattutto la gloria eterna. Quel “buonasera napolitani”, con cui si presentò a un San Paolo gremito di oltre 80mila persone il 5 luglio 1984, è stato un colpo di fulmine che ha rapito i cuori dei napoletani che lo hanno trasformato in un Dio da venerare. 

E tra le strade del capoluogo campano sono percettibili le tracce lasciate dal giocatore argentino. Nel cuore dei Quartieri Spagnoli, in via Emanuele de Deo, c’è il primo e storico murale dedicato a Maradona. È stato dipinto nel 1990 dal 23enne Mario Filardi grazie a una colletta tra gli abitanti del quartiere, organizzata dal capo ultras dell’epoca. Ci sono voluti due notti e due giorni per completarlo, ma l’amore con cui è stato fortemente voluto l’ha fatto resistere in tutti questi anni, anche quando nel 1998 è stato gravemente danneggiato. 

Nel 2016, per iniziativa di Salvatore Iodice, artigiano e titolare di una bottega nei quartieri spagnoli, l’opera è stata restaurata. Il tocco finale è arrivato nell’ottobre del 2017, quando lo street artist argentino Francisco Bosoletti ha disegnato nuovamente il volto nel murale di Diego Armando Maradona.

In via Taverna del Ferro, nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, lo street artist napoletano Jorit ha voluto dedicare, a quello che è considerato il “Dios Umano”, il murale più grande al mondo. Jorit ha scelto di rappresentare Maradona non più calciatore, ma riproducendo una foto dell’epoca in cui allenava la nazionale argentina.

Diego Armando Maradona – Jorit, San Giovanni a Teduccio

Nel quartiere Piscinola, nella zona settentrionale della città, sorge il club Napoli intitolato a Saverio Vignati e fondato dal figlio Massimo Vignati. Qui, sono esposte scarpette, foto, maglie e palloni che sono stati almeno una volta toccati dal leggendario giocatore argentino. In questo particolare museo napoletano è presente addirittura la panchina dello spogliatoio che durante la sua carriera presso il Napoli veniva regolarmente usata da Maradona. L’entrata è completamente gratuita.

È difficile spiegare cosa abbia significato per la città di Napoli e per i suoi cittadini il fenomeno argentino. Negli anni d’oro, Napoli era tappezzata di poster, murales e altarini dedicati. Ma l’edicola più nota è quella di piazzetta Nilo, apposta sulla facciata dell’omonimo bar: custodisce un prezioso ricciolo di capelli del campione, alcune immagini e il consiglio è quello di fermarsi a bere un caffè e farsi raccontare l’aneddoto del capello di Maradona.

Antonella Caporaso

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