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Viaggiare gratis lavorando: è il fenomeno Wwoofing

Vitto e alloggio in cambio di poche ore di lavoro agricolo giornaliero. Non è una moda passeggera, ma un trend che ogni anno, con la crisi economica e la più diffusa consapevolezza “green”, ha più partecipanti. A dimostrarlo numerosi siti da cui fare domanda per fare esperienze di lavoro in fattoria, in tutto il mondo.

Un esempio sono le aziende agricole della Danimarca che ogni estate cercano manodopera per la raccolta delle fragole: alcune sono pronte a fornire uno stipendio lordo pari a circa 2.150 euro al mese per 160 ore. Altri siti e organizzazioni offrono esperienze più pensate per viaggiare spendendo poco, in particolare durante le vacanze estive.

Questa forma di turismo low cost si chiama wwoofing e prende il nome dal movimento mondiale “Wwoof”, World Wide Opportunities on Organic Farms, nato nel 1971 in Inghilterra, fondato da Sue Coppard, una signora inglese che iniziò ad impegnarsi nelle fattorie durante i fine settimana con l’idea di allontanarsi per alcuni giorni da Londra e vivere nella natura.

Il movimento oggi mette in relazione volontari e progetti rurali. Ogni Paese ha la propria organizzazione indipendente inserita nel Wwoof. La particolarità è che si tratta di fattorie biologiche, che praticano agricoltura sostenibile.

I volontari sono occupati per poche ore al giorno in attività come il giardinaggio, la cura degli animali, la raccolta di frutta e verdura. Alcune aziende propongono anche lavori più specializzati come l’apicoltura o l’utilizzo di erbe aromatiche. Non serve essere già pratici del mestiere al proprio arrivo, ma bisogna essere aperti alla collaborazione e pronti ad imparare.

Al Wwoof partecipano anche molte aziende agricole biologiche italiane. Per aderire alla sezione del nostro Paese bisogna versare una quota associativa di 35 euro e poi si potrà entrare in contatto con gli host, più di 700.

In Trentino Alto Adige si può essere ospitati in un maso in alta montagna. Per esempio, una famiglia con tre bambini ospita i wwoofer nella sua fattoria biologica nel Parco Nazionale dello Stelvio. Gli ospiti aiuteranno nelle attività quotidiane: “coltiviamo piccoli frutti e abbiamo anche 50 galline, 30 arnie di api e quattro San Bernardo”, si legge nella descrizione, “in estate raccogliamo le fragole, i lamponi e altri piccoli frutti, li vendiamo direttamente nel nostro chiosco o al mercato contadino e poi facciamo le confetture e i succhi. In autunno alleviamo cuccioli di San Bernardo”.

In una piccola azienda di tre ettari nelle colline vicino al mare a Castagneto Carducci, in Toscana, Bridget e i suoi figli Ester e Remo gestiscono l’impresa con l’aiuto di amici e wwoofers e chiedono aiuto nell’orto, frutteto, oliveto. Tutti gli host specificano le lingue parlate e il livello di conoscenza: l’Italia è uno dei Paesi più richiesti dai woofers in arrivo dall’estero.

Antonella Caporaso

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