ART&CULTURE

Tuffo nella street art di Budapest: l’altro volto dell’Ungheria

Tutti riconoscono il fascino di Budapest e lo legano soprattutto al suo volto monumentale e alla sua essenza mitteleuropea. Meno conosciuto è forse il suo lato contemporaneo.

Appassionati di street art e opere urbane rimarranno infatti sopresi dagli incontri che si possono fare camminando tra murales, sculture pop-up e ruin bar dalle decorazioni eclettiche. E si tratta anche di un’occasione per immergersi nella ricca storia della città e ammirare la sua architettura del XXI secolo.

La capitale ungherese si sta affermando come una delle principali destinazioni europee per la street art, grazie a una vibrante comunità di artisti e a un crescente riconoscimento internazionale. La street art di Budapest non solo abbellisce la città, ma offre anche una finestra sulle sue dinamiche sociali e culturali. La nuova ondata d’arte ha come unico scopo quello di trasformare in gallerie le aree pubbliche, offrendo consapevolezza e riflessioni sulla vita quotidiana o ironia e allegria a cittadini e visitatori. Street art e graffiti sono distribuiti in tutta Budapest e la ricerca di queste gemme nascoste è un modo di esplorare la città e immergersi nella sua atmosfera artistica: è come visitare una mostra a cielo aperto.

Tutta la città è ricca di street art, ma gli esempi più suggestivi sono concentrati nel Quartiere Ebraico, nel VII distretto che è diventato il polo della cultura dell’arte urbana di Budapest, con molti murales a pochi passi l’uno dall’altro. Il quartiere, dopo essere stato segnato dalla Seconda Guerra Mondiale, ha invitato artisti da tutto il mondo a trasformare edifici rovinati con murales contemporanei, dando così nuova energia e creatività al circondario. Tra le creazioni più celebri, si annoverano i murales di Neopaint Works, che ritraggono scene della vita quotidiana e personaggi storici, e le opere di street artist internazionali che hanno lasciato il loro segno sulla città.

L’itinerario urbano inizia vicino alla sinagoga dove i visitatori si imbattono in un ritratto dell’imperatrice Elisabetta, la quale dà il nome al distretto stesso: Erzsébetváros, o “la città di Elizabeth”. Arrivati a Kazinczy Street, famosa per i suoi murales colorati, è possibile ammirare l’opera “Rubik’s Cube” di Neopaint Works, una delle più amate, suggerisce la soluzione del famoso puzzle creato dall’ungherese Erno Rubik. Il murales fu dipinto nel 2014 per celebrare il quarantesimo anniversario del cubo di Rubik ed il settantesimo compleanno del suo inventore.

Poco distante, un muro colorato dall’artista spagnolo Okuda rende omaggio all’ “Angelo di Budapest”, il diplomatico spagnolo Angel Sanz Briz che salvò dalla deportazione molti ebrei ungheresi durante la Seconda Guerra Mondiale. Sempre nel quartiere ebraico, ormai centro nevralgico della vita notturna, il murales dell’artista britannico Luke Embden promuove la tolleranza e l’unione con l’invito “Love Thy Neighbour”. In via Kertész 27, invece, il murales dello spagnolo Dan Ferrer, ispirato ad Alice nel paese delle meraviglie, raffigura una ragazza che si libera dalle sue costrizioni come simbolo della speranza per il futuro.

L’ultima tappa da non perdere è il Szimpla Kert, il primo e più famoso ruin bar di Budapest. Un locale aperto in un edificio abbandonato e arredato in maniera più che eccentrica, con oggetti stravaganti, kitsch e di ogni genere, dove colori sgargianti, musica e arte regnano sovrani.

Le foto pubblicate sono state inviate dall’ufficio stampa.
Redazione

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