Tra i più attesi del mondo, il Pride di Tel Aviv in Israele è un’esperienza di quelle da non perdere per un viaggiatore. Un vero baluardo della libertà, che quest’anno ha visto la partecipazione di 170.000 persone tra cui moltissimi turisti. A Tel Aviv quindi uno dei Pride più grandi del mondo, di nuovo in presenza, riporta l’evento ai numeri pre-covid con un Governo impegnato a investire seriamente nel turismo Lgbtq+.
Per Israele il Pride è un evento nazionale di enorme portata che la mette al centro dell’attenzione internazionale. Gli investimenti governativi sono molto rilevanti e ci sono ben 27 Pride in tutta Israele, tra cui anche quello suggestivo di Gerusalemme.
Ogni anno l’attenzione non viene catalizzata dal fatto che ci sia un carro in più o in meno, un concerto, o la presenza di un determinato personaggio, ma il focus è quello di una vera e propria consapevolezza del ruolo della persona nel contesto sociale.
Tel Aviv è il teatro ideale di questa celebrazione collettiva: una città che non dorme mai, che conta su bellissime e ampie spiagge e su un dedalo di stradine in centro animate da bazar e chioschi per deliziosi cibi di strada.
Gastronomia, architettura, moda hanno tratti orientali, mediterranei e allo stesso tempo europei. Tra edifici in stile Bauhaus e casette bianche, grattacieli e pietre si stagliano spiaggia e mare.
Se si visita la città per il Pride si può godere di una settimana di divertimenti da spiaggia, soprattutto per gli sportivi, ma anche apprezzare la notevole collezione di arte in città con opere che spaziano da Klimt a Lichtenstein fino a Monet, Renoir, Gauguin, o ancora andare al Festival del cinema Lgbtq+, o darsi ai divertimenti notturni nei diversi locali aperti fino al mattino.
La storia dell’attrazione tra Israele e la community Lgbtq+ è di lunga data e ha viaggiato di pari passo con quella dei diritti, iniziata attorno al 1965 grazie ad alcuni attivisti che hanno avviato questo percorso in un Paese molto conservatore, dove il parlamento era costituito per lo più da immigrati russi ed ebrei ortodossi. Una spallata a firma dell’opposizione di sinistra nel 1988 aprì nella normativa un varco al mondo omosessuale, e nel 1997 arrivò la definitiva integrazione, con l’accoglienza delle persone Lgbtq nel mondo militare, decisione che in Israele è sinonimo di accettazione e integrazione. Così oggi a Tel Aviv il 25% della popolazione appartiene alla comunità Lgbtq+.
Dunque il mese del Pride in Israele è vissuto come fonte di attrazione verso il mondo, con feste, mostre, spettacoli e sfilate. Il ministero del Turismo di Israele e la Tel Aviv Global quest’anno hanno anche lanciato in tutto il mondo un’unica campagna di comunicazione on line, “Back to Tel Aviv Pride”, che rientra nelle attività in corso per posizionare Tel Aviv-Yafo come destinazione moderna e pluralistica, dove ogni turista può trovare il suo posto.
Inoltre, per la prima volta la Tel Aviv Global and Tourism ha presentato il proprio carro, Tel Aviv Tech, alla parata, mostrando contemporaneamente il proprio orgoglio Lgbtq+ e i suoi sforzi nella comunità Tech, due pilastri della società di Tel Aviv. “Sono lieto che, dopo una pausa di due anni, Tel Aviv stia ancora una volta celebrando il Pride come dovrebbe essere – ha dichiarato il ministro del Turismo Yoel Razvozov – . Il ministero del Turismo israeliano, sostiene la Tel Aviv Pride Parade come parte del ricco prodotto turistico che Israele ha da offrire. Non dimentichiamo, inoltre, che la lotta per la parità dei diritti non è ancora finita”.
Secondo il sindaco di Tel Aviv-Yafo, Ron Huldai, “Tel-Aviv è il posto dove puoi essere ciò che vuoi essere, gli eventi del Pride hanno una lunga tradizione, al centro dei quali si trovano messaggi di uguaglianza e accettazione. Tel Aviv-Yafo, che funge da calda casa per tutte le comunità che vivono qui, è orgogliosa di essere una città nota per aver abbattuto le barriere nei confronti della comunità Lgbtq+ e fonte di ispirazione per il mondo. Festeggeremo ancora una volta e marceremo insieme per continuare la lotta per la piena uguaglianza di ogni cittadino”.
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