Siamo in Indonesia, nel cuore dell’Arcipelago di Karimunjawa, un Parco nazionale marino di 27 isole tra Java e Borneo. Il Kura Kura Resort si trova sull’isola di Menjawakan. Qui il relax tropicale è assicurato tra pool villas, cottage e vegetazione lussureggiante, ma per chi ha voglia di ancora più pace, e avventura, c’è un luogo ancor più remoto su cui far rotta. Ecco Krakal, l’isola deserta a circa 30 minuti di distanza dal resort.
Da qualche anno, infatti, è diventata parte integrante della proprietà, racconta Daniela Bertozzi, director of sales and marketing di Kura Kura Resort, che porta anche firma italiana – la direzione è affidata a Sandro Saccoccio, professionista noto nel settore del turismo italiano – e che negli anni passati è stato rinnovato e ampliato anche con chicche come la sunset lounge e il blue bar. «Inizialmente proponevamo solo escursioni a Krakal, dove tuttavia avevamo già trovato una struttura in bungalow in stile balinese, molto bella. Allora ci siamo detti: perché non creare veri e propri soggiorni?».
Così è nata questa esperienza di pura natura, la Castaway Experience. «Per scelta abbiamo deciso di lasciare l’isola così com’è, senza elettricità né cucina». Perfetta per vivere per ventiquattr’ore (o anche di più per chi ne avesse voglia) in stile castaway, naturalmente però con tutte le sicurezze a portata di mano. Chi sbarca qui infatti porta con sé il telefono consegnato all’arrivo a Kura Kura – ma riesce eventualmente anche a utilizzare il proprio smartphone se si utilizza una scheda indonesiana s disposizione nel resort principale – e sarà questa l’unica concessione alla tecnologia. A Krakal, infatti, regna la natura, senza elettricità.
Per illuminare l’esperienza ci sono lampade a petrolio, torce e romantiche candele. Il telefono serve per eventuali urgenze, ma sull’isola non si sarà completamente soli. Sugli ospiti veglia – in maniera discreta – il guardiano che vive qui insieme al figlio.
Camera da letto, soggiorno, toilette e doccia attendono gli ospiti, generalmente coppie, ma chi volesse vivere l’esperienza in gruppo può farlo, con altre due camere eventualmente a disposizione per parenti e amici, ma mai vendute separatamente, perché l’esperienza rimane intima. L’avventura inizia quando gli ospiti sbarcano con le provviste necessarie per colazione, pranzo e cena, per un picnic tropicale e l’occorrente per queste 24 ore da naufraghi speciali.
«Gli ospiti partono alle 11 del mattino con il nostro transfer privato e arrivati in prossimità dell’isola sbarcano a piedi, con le scarpette di gomma d’ordinanza per proteggere la barriera corallina, dopo aver scelto il loro menù da una lista dedicata. Si tratta di pietanze che non necessitano di essere cucinate né scaldate, dalle insalate ai sandwich, a tutto quel che occorre per la colazione del giorno dopo. Accompagnate da drink o anche champagne», racconta ancora Bertozzi. Poi i novelli Robinson Crusoe trascorreranno il giorno e la notte nel loro piccolo paradiso privato, godendo del silenzio, della natura intorno e dei cieli stellati.
Ma chi sono questi castaway contemporanei? «Coppie naturalmente, in luna di miele ma non solo, e c’è anche chi – soprattutto gli stranieri – sceglie di prolungare l’esperienza a più giorni. Ma abbiamo ospitato anche gruppetti di due coppie, o famiglie che decidono di vivere insieme questa esperienza».
Esperienza che termina la mattina successiva, quando poi tornerà a prenderli l’imbarcazione che li riporterà a Kura Kura.
Ed è poi quello il momento dei racconti. Perché, spiega ancora Daniela, «chi torna da Krakal ha l’aria trasognata e parla di silenzi, di stelle ammirate dal pontile, di rumore delle onde, di una dimensione a cui in fondo nessuno di noi è più abituato».
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