Il neologismo, nato dalla fusione di quiet (silenzio/silenzioso) e vacation (vacanza), descrive una tendenza sempre più marcata verso pause rigeneranti e lontane dal rumore, dalla folla e dalla frenesia del turismo di massa. Entrando più nel dettaglio, secondo i dati diffusi dal portale Inside Hook, nell’ultimo anno le ricerche di questa tipologia di destinazione sono aumentate del 50%.
La diffusione della tendenza viene confermata, in particolar modo, da esperti del settore come Fabio Forlani, presidente del Corso di Laurea in Economia e Management del Turismo dell’Università degli Studi di Perugia: «Dopo l’affermazione del turismo esperienziale, si sta diffondendo sempre di più questa tipologia di vacanza. Mi aspetto che sentiremo parlare maggiormente di questo fenomeno». Sulla stessa lunghezza d’onda si dimostra anche Enrico Poletto, real estate manager e ceo di App – Aste Private Professionali Auction House. «Negli ultimi anni abbiamo registrato un aumento dell’interesse per seconde case situate in aree silenziose e periferiche, spesso acquistate all’asta a prezzi più contenuti».
“Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato. I ricchi comprano rumore”: questo aforisma attribuito a Charlie Chaplin riassume alla perfezione le dinamiche vacanziere degli ultimi decenni, caratterizzati dalla costante ricerca della movida e dello svago. Cosa penserebbe il grande attore se sapesse che in tempi moderni queste tendenze sono cambiate?
L’estate 2025 sarà, infatti, una stagione caratterizzata da un trend emergente nel settore turismo: la “quiet‑cation”. In un mondo che va sempre più veloce – tra notifiche, traffico, social media e rumori urbani – cresce il bisogno di vacanze riposanti e silenziose. Il concetto si riferisce a soggiorni progettati per offrire un ambiente silenzioso e rilassante, rispondendo al desiderio di fuggire dal rumore e dallo stress della vita urbana. Queste esperienze mirano a soddisfare il bisogno di benessere psicofisico, favorendo il recupero della concentrazione e della calma interiore. Inoltre, si adattano all’esigenza di uno spazio multisensoriale che stimoli una percezione profonda e rigenerante, contrastando la frenesia e l’iperstimolazione quotidiana.
Il sito Inside Hook riporta che nell’ultimo anno c’è stato un aumento del 50% di ricerche legate a mete tranquille per l’estate, segno evidente di un profondo cambiamento culturale nelle scelte di viaggio. Il portale descrive questo trend come una vera rivoluzione: paesaggi rurali, sentieri poco battuti, luoghi immersi nella natura o location lontane dalle masse turistiche. Le quiet-cation non sono solo una moda passeggera, ma una tendenza che si è evoluta nel corso degli anni fino ad assumere questa forma. Ma non solo, si tratta di un cambio di paradigma nelle abitudini turistiche che può favorire un turismo più sostenibile e che può influenzare anche sistema immobiliare.
Ulteriori conferme concrete in merito alla diffusione della tendenza arrivano dall’esperto Enrico Poletto, real estate manager e Ceo di App – Aste Private Professionali Auction House: «Negli ultimi anni stiamo registrando un aumento dell’interesse per seconde case situate in aree silenziose e periferiche, spesso acquistate all’asta a prezzi contenuti. Sono immobili lontani dai grandi centri turistici, ideali per chi cerca una fuga rigenerativa dalla città. Una volta si acquistava la seconda casa nei centri città, magari per l’università di un figlio o per motivi lavorativi. Oggi si scelgono location isolate e lontane dai grandi centri abitati. Questo fenomeno risponde sia al desiderio di risparmio sia al bisogno di luoghi intimi e privati».
Considerazioni aggiuntive in merito allo scenario arrivano da Fabio Forlani, Professore di Marketing e Management del Turismo e Presidente del Corso di Laurea in Economia e Management del Turismo dell’Università degli Studi di Perugia: «Si tratta di un fenomeno nuovo? A prima vista, si possono individuare elementi riconducibili al turismo detox e, più in generale, al turismo del benessere, con un’accezione più eudemonica che edonistica. Il desiderio di staccare la spina o di fare una pausa dalla routine è sempre stato una delle dinamiche fondamentali che generano turismo. Tuttavia, in questo momento storico, si traduce, in particolare per le persone con attività professionali qualificate e una vita sociale intensa (spesso ad alto reddito), nella ricerca di pace e silenzio, di destinazioni lontane dal caos cittadino e immerse nella natura. Una vacanza capace di rigenerare mente e corpo, da soli o con persone care, lontani dalle distrazioni tecnologiche e dal ritmo frenetico della vita moderna».
Studi di settore confermano infatti che l’esperienza di silenzio aiuta a ridurre la pressione sanguigna e migliorare concentrazione e benessere mentale. La piattaforma specializzata Weather.com, con l’espressione “quiet‑cation”, definisce questi viaggi come “la ricerca dei luoghi più silenziosi”, aggiungendo che anche pochi momenti di silenzio accelerano la rigenerazione mentale, abbassano lo stress e migliorano il focus. Si sceglie una meta tranquilla una quiet‑cation per ritrovare equilibrio, disintossicarsi dal digitale e dedicarsi a sé stessi: meditazione, camminate silenziose e assenza di inquinamento acustico. Anche il The Guardian in un recente articolo ha sottolineato l’importanza del silenzio, riportando una ricerca con cui è stato analizzato come questo possa promuovere la neurogenesi (ovvero la creazione di nuove cellule cerebrali) nell’ippocampo. I ricercatori hanno collocato dei topi in una camera anecoica (uno spazio insonorizzato) e li hanno esposti a diversi stimoli uditivi per due ore al giorno, tra cui il silenzio assoluto. Tutti gli scenari sonori, da un concerto per pianoforte di Mozart ai vagiti dei topolini, hanno stimolato la proliferazione di cellule precursori nell’ippocampo. Questa è la prima fase della neurogenesi. Eppure, dopo una settimana, queste nuove cellule erano diventate neuroni funzionanti solo nei topi che avevano ricevuto il trattamento del silenzio. Gli scienziati hanno quindi teorizzato che la neurogenesi potrebbe essere stimolata con maggiore successo solo in presenza del silenzio assoluto.
Le quiet‑cation non rappresentano quindi solo una moda passeggera, ma un cambiamento strutturale nel modo di vivere il tempo libero. Per l’Italia si tratta di un’opportunità importante per valorizzare territori meno conosciuti, favorire forme di turismo sostenibile e distribuire il flusso di visitatori al di fuori dei soliti circuiti. «La letteratura turistica inserisce questa dinamica, che vede la pratica del viaggiare o, più in generale, il soggiorno lontano da casa come strumento per recuperare il “benessere profondo”, nella più ampia categoria del turismo trasformativo. Dopo l’affermazione di quello esperienziale che ha caratterizzato i primi anni duemila, si sta assistendo a una crescita d’interesse per la dimensione trasformativa del viaggio, una tendenza che non sembra essere una moda temporanea, ma una dinamica di lungo periodo. In questa prospettiva, mi aspetto che sentiremo parlare sempre di più di questo fenomeno», conclude il professore Forlani.
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