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Perù, cinque motivi per visitarlo: dalla cucina all’adrenalina

Un viaggio attraverso il tempo, la cultura, la gastronomia e la natura. Il 2024 è arrivato e il Perù si candida a essere una delle destinazioni dell’anno per i viaggiatori in procinto di programmare le prossime partenze. E lo fa elencando i 5 motivi per sceglierlo.

1. Cultura e storia millenaria

Il Perù ospita oltre 5.000 siti archeologici, dei quali molti sono ancora avvolti dal mistero, trasportando il visitatore indietro nel tempo. Oltre al popolare sito di Machu Picchu, spicca per esempio Ica nel sud, conosciuta come la “Terra del Sole”,  a lungo abitata da diverse popolazioni indigene e punto di partenza per scoprire i resti di antiche civiltà, tra cui quelle dei Paracas e degli Inca. Nei dintorni, la zona desertica di Nasca (Ica) è particolarmente famosa per le misteriose ed enormi linee e geroglifici disegnati per oltre 1.500 anni dalle comunità preispaniche sulle sabbie del deserto e sulle montagne.

O ancora la caratteristica Arequipa, situata tra la costa e l’altopiano meridionale del Perù, conosciuta come la “città bianca” per i suoi edifici in stile barocco costruiti con pietra lavica, il “sillar“. La costa del Perù, invece, è stata la culla di alcune delle culture preispaniche più importanti del Sud America, tra cui la cultura Moche, che ha dominato il nord del paese tra il 100 e il 900 d.C. La Ruta Moche che va dalla regione de La Libertad a Lambayeque è un percorso turistico per esplorare le più importanti scoperte archeologiche della zona, come la tomba del Señor de Sipán, il corpo mummificato della Señora de Cao e gli affreschi murari rinvenuti nel Complesso Archeologico El Brujo. E ancora, la più grande città di fango dell’America pre-ispanica si trova nella regione peruviana settentrionale di La Libertad, a Chan Chan.

L’antica capitale del regno Chimu originariamente copriva più di 20 km² e si stima che ospitasse più di 35.000 persone. La città, che include piazze, case, magazzini, strade, mura e templi piramidali, era il centro urbano di un grande stato regionale che copriva metà della costa nord del Perù. Le sue imponenti mura sono riccamente decorate con figure geometriche in rilievo, animali stilizzati e creature mitologiche. La Libertad è anche la sede dei Templi del Sole e della Luna, conosciuti anche come Huacas de Moche, che con una storia di oltre 1.500 anni sono i centri cerimoniali più importanti dell’antico regno Moche.

2. Tradizioni per immergersi nella cultura locale

La cultura peruviana si riflette non solo nei numerosi siti archeologici presenti ma anche nelle tradizioni e nelle celebrazioni delle festività locali. Molti sono infatti gli eventi che coinvolgono turisti e residenti. Ogni anno, a febbraio, le sponde del Lago Titicaca sono teatro di una delle feste più vivaci e autentiche del Perù; la Festa della Vergine della Candelaria, una fusione tra tradizione religiosa dell’epoca coloniale con i riti dell’adorazione della Vergine. In virtù di questa festa, Puno è considerata la capitale del folklore dell’America Latina. La Diablada, una delle danze più affascinanti e rappresentative, riunisce 40 mila ballerini e 200 bande musicali, ed esprime tutta la devozione attraverso costumi tradizionali e un’energia che porta tutti a danzare per due settimane. E ancora il 24 giugno, il dio Sole è il protagonista dell “Inti Raymi” o “Festa del Sole”: migliaia di turisti nazionali e stranieri percorrono le strade del centro storico di Cusco e si riuniscono per vivere da vicino una giornata ricca di attività per conoscere l’eredità Inca. Sono oltre 800 persone, tra attori, ballerini e musicisti che – vestiti con abiti tradizionali – diventano protagonisti di spettacoli tra cui danze, recite realizzate all’esterno del tempio del Qorikancha e del Parco Archeologico di Sacsayhuamán, così come nella Plaza de Armas, cuore della città di Cusco.

La Diablada a Puno, credits Renzo Giraldo, Promperù

3. Destinazione gourmet

Tra i motivi per cui visitare il Paese c’è anche la sua gastronomia che di recente ha ricevuto diversi riconoscimenti. La cucina peruviana è una delle più variegate, frutto del passaggio di diverse culture che l’hanno attraversata, sia per la biodiversità dei prodotti e la ricchezza di materie prime locali, dovute alla presenza di ambienti naturali differenti, dall’Oceano Pacifico alla catena montuosa delle Ande, dal deserto alla foresta amazzonica. Proprio quest’anno, tra i vari premi, il Perù si è aggiudicato il titolo di Migliore Destinazione Gastronomica ai World Travel Awards 2023, e  9 dei suoi ristoranti compaiono nella classifica The World’s 50 Best Restaurants (1° posizione il ristorante Central di Lima dello chef Virgilio Martinez).

Tanti i piatti da gustare, dal ceviche, un mix di pesce fresco marinato in lime, coriandolo e peperoncino, recentemente dichiarato patrimonio Unesco, al riso chaufa, un piatto che fonde la cucina cinese con ingredienti locali. Nel cuore delle Ande, invece, la cucina tradizionale è fatta di stufati, zuppe, carne e dessert a base di mais, latte e frutta.

4. Sostenibilità in viaggio

Sono 8 le destinazioni del Paese, tra cui la provincia di Puno, il Santuario Storico di Machupicchu, Los Órganos (Piura), il Parco Nazionale Tingo María (Huánuco) e la Riserva Nazionale di Paracas (Ica), premiate ai Green Destinations Awards 2023, grazie anche al decisivo ruolo delle comunità locali, impegnate nello sviluppo di iniziative di turismo responsabile e sostenibile. La Provincia di Puno, per esempio, è diventata pioniera del turismo comunitario in Perù, grazie all’impegno delle comunità locali che si sono organizzate per migliorare l’offerta turistica, sviluppando nuovi prodotti, puntando sulla pesca tradizionale, l’artigianato tessile e la gastronomia locale. Un’altra storia interessante è quella di Los Órganos (Piura), sulla costa nord del Perù, dove Ñuro Cove, la comunità locale, ha deciso di puntare sullo sviluppo di un turismo sostenibile focalizzato sull’attività di avvistamento e protezione delle tartarughe verdi. E infine, nella Riserva Nazionale di Paracas, a sud della capitale Lima, è nata l’associazione “Los Guerreros de Paracas”, un gruppo di volontari locali che hanno dato un contributo decisivo all’implementazione di politiche virtuose, per proteggere l’area dal turismo di massa.

5. Adrenalina tra arrampicata e trekking

Il Paese ospita alcune delle catene montuose più spettacolari al mondo, perfette per gli amanti dell’arrampicata. Tra le vette più famose ci sono l‘Huascarán (nella regione di Ancash), la montagna più alta del Perù, e l’Alpamayo, con la sua forma a piramide. Anche la Cordillera Blanca, nelle Ande settentrionali, è particolarmente popolare per l’arrampicata, ed è da qui che i visitatori possono raggiungere il ghiacciaio Caraz con i suoi laghi e le vette andine coperte di neve. Meno visitata ma altrettanto spettacolare, la Cordillera Huayhuash offre paesaggi selvaggi e sfide tecniche per gli scalatori più esperti.

E infine, per chi desidera un’esperienza più tranquilla, il Paese conta anche molti altri percorsi per il trekking. Per esempio, il sito gemello di Machupicchu, Choquequirao (Cusco), incastonato nella catena montuosa di Salkantay, si affaccia sul fiume Apurímac e offre una vista a 360 gradi sulle catene montuose circostanti; il percorso richiede almeno quattro giorni attraverso il Canyon di Apurímac, dove è possibile avvistare il condor peruviano. Sempre nella regione di Cusco, il trekking di Lares permette di venire in contatto con le comunità andine dei villaggi, dove si parla ancora il quechua – la lingua degli Inca, e dove vengono preservate antiche tradizioni tessili e si allevano lama ed alpaca. E infine il percorso di Ausangate (Cusco), la quinta montagna più alta del Perù, regala trekking di 5 giorni, con possibilità di arrampicare sul ghiaccio.

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