Si chiama Copenhagen Islands, ed è il primo parco diffuso al mondo. Si tratta di un arcipelago di isolotti artificiali, con dimensioni micro ma grandi potenzialità, che verranno ormeggiati al largo delle coste cittadine, per permettere a danesi e turisti di godersi il verde, ma distanziati.
Una sorta di “Parkipelago”, come l’hanno definito gli autori del progetto: Marshall Blecher e Magnus Maarbjerg dello Studio di architettura Fokstrot. Un nuovo concetto di parco pubblico, aperto a tutti, dove immergersi nella natura, ma in isolamento.
Ogni atollo, ultragreen perché costruito in legno, nei cantieri navali della zona, sarà un piccolo eden fiorito, con alberi, erbe spontanee e piante endemiche, perfetto per ospitare uccelli e insetti, mentre gli ancoraggi a cui attraccare e le scalette per raggiungere la superficie della piattaforma diventeranno l’habitat ideale per molluschi e alghe.
Raggiungibili solo via mare, le piattaforme galleggianti offriranno di tutto, dalla piccola spa con sauna in legno privata, al deck arredato con barbecue e dehor al fresco. Ci saranno zone nuoto sicure o semplici giardinetti dove prendere il sole, sedersi a pescare o meditare. Non mancherà una caffetteria dove fermarsi per uno spuntino o un drink al tramonto. Persino un “floating stage”, un palco galleggiante per assistere a esibizioni live, concerti e proiezioni, dalla comodità della propria imbarcazione.
Costruito per la collettività, aperto a tutti e gratuito, il Parkipelago si adatta a ogni stagione, anche al freddo inverno danese. Se d’estate, infatti, le piattaforme verranno sparpagliate tra le acque, per far vivere anche a chi resta in città una vera vacanza marittima, durante la stagione fredda le isole verranno riunite e avvicinate alle rive, per creare un “super-continente”, facile da raggiungere anche a piedi dal porto, capace di ospitare festival, spettacoli o eventi.
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