Da Milano a Roma passando per Treviso, eccone tre che hanno appena debuttato, da scoprire programmando un city break di dicembre nel segno dell’arte.
Lo spettacolo della natura con i 100 scatti premiati alla 61ª edizione del Wildlife Photographer of the Year, concorso indetto dal Natural History Museum di Londra, va in scena a Milano nella sede del Museo della Permanente fino al 25 gennaio 2026. La mostra di fotografie naturalistiche più famosa al mondo è organizzata dall’Associazione culturale Radicediunopercento, in contemporanea all’esposizione londinese. Con le immagini presentate su grandi light panel che le rendono “viv”’, offrirà al pubblico un viaggio mozzafiato nella natura.
Il vincitore del Wildlife Photographer of the Year 2025 è il fotografo naturalista sudafricano Wim van den Heever con la sua potente immagine Ghost Town Visitor (Visitatore della città fantasma) che evidenzia come la natura selvaggia può si riappropriarsi degli spazi costruiti dall’uomo; una visione inquietante e affascinante di una iena bruna in visita ai resti scheletrici di una città mineraria di diamanti, abbandonata da tempo a Kolmanskop, in Namibia. Uno scatto, realizzato con la tecnologia delle fototrappole, che ha richiesto un decennio di attesa dopo aver notato per la prima volta le tracce dell’animale.
Il titolo di Young Wildlife Photographer of the Year 2025 è stato assegnato ad Andrea Dominizi, il primo italiano in assoluto a vincere il prestigioso premio per fotografi naturalisti di età pari o inferiore a 17 anni. La sua immagine After the Destruction (Dopo la distruzione) racconta una toccante storia di perdita di habitat, quella di un coleottero delle specie Cerambycidae in un’area disboscata sui Monti Lepini, nell’Italia centrale.
“Da Picasso a Van Gogh: Storie di pittura dall’astrazione all’impressionismo” è la mostra che porta in Italia i capolavori del Toledo Museum of Art in Ohio e sarà visitabile fino al 10 maggio 2026. Marco Goldin torna nella sua Treviso con una mostra di sessantuno quadri prestigiosi sale del Museo di Santa Caterina. Un’esposizione che nasce geograficamente da lontano – propone i capolavori del XIX e XX secolo del Toledo Museum of Art, in Ohio – e ancora più nell’anima di Goldin, che, studente a Venezia a Ca’ Foscari, scopre I racconti dell’Ohio di Sherwood Anderson e rimane affascinato dal paesaggio e dai personaggi, parimenti protagonisti.
Nasce anche da una occasione più vicina: il Museo statunitense è oggetto di un importante ammodernamento e ampliamento e un nucleo delle sue opere più belle ha già toccato Auckland, in Nuova Zelanda, prima di andare in Australia, a Adelaide. Treviso sarà quindi la sola sede in Europa. Il percorso della mostra va a ritroso nella storia dell’arte, partendo dall’astrazione americana del secondo Novecento, da Richard Diebenkorn a Morris Louis, da Ad Reinhardt a Helen Frankenthaler, per transitare poi ad alcune esperienze capitali dell’astrazione invece europea, da Ben Nicholson e Josef Albers fino a Piet Mondrian e Paul Klee, per approfondire quindi il passaggio dal ‘900 all’’800 e di seguito i tre grandi temi: la natura morta, le figure e i ritratti, i paesaggi.
Nel primo caso, compaiono due tra i maggiori artisti che nel XX secolo si sono dedicati alla natura morta, come Giorgio Morandi e Georges Braque, mentre Henri Fantin-Latour e Camille Pissarro, nel pieno tempo della formazione del gruppo impressionista, dicono, e specialmente il primo, della raffinatezza cui questo tema conduceva i migliori tra i pittori.
Molto ampia è la sezione dedicata ai ritratti, alle figure e alle figure ambientate che propone un’emozionante sequenza di opere, a partire da Matisse, Bonnard e Vuillard, per giungere a De Chirico e Modigliani e a un Picasso cubista del 1909.Infine, su una parete isolata, quel Campo di grano con falciatore a Auvers con cui Van Gogh dà l’addio alla vita.
Il Museo dell’Ara Pacis di Roma ospita fino al 3 maggio 2026 “Impressionismo e oltre. Capolavori dal Detroit Institute of Arts“. In mostra si possono ammirare cinquantadue capolavori provenienti da quello che rappresenta uno dei più importanti musei statunitensi, per compiere un suggestivo viaggio nell’arte moderna europea tra Otto e Novecento.
Sono quattro le sezioni dell’esposizione. Si parte con l’Impressionismo per giungere fino alle avanguardie del primo Novecento. Tanti i maestri rappresentati, da Courbet a Renoir, da Degas a Cézanne, senza dimenticare Van Gogh, Matisse, Picasso, Kandinskij e il nostro Modigliani. Tra i capolavori esposti ci sono Donna in poltrona (1874) di Pierre-Auguste Renoir e Bagnanti (1879-1880) di Paul Cézanne.
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