ART&CULTURE

Metallo e pop art: Jeff Koons in mostra a Palazzo Strozzi a Firenze



L’arte contemporanea irrompe a Firenze con Jeff Koons. Le grandi sculture e installazioni dell’artista americano sono infatti le protagoniste della mostra inaugurata a Palazzo Strozzi e che sarà visitabile fino al 30 gennaio dell’anno prossimo.

Jeff Koons. Shine è l’esposizione che, a cura di Arturo Galansino e Joachim Pissarro, porta a Firenze una selezione delle più celebri opere di un artista che, dalla metà degli anni Settanta a oggi, ha rivoluzionato il sistema dell’arte internazionale. Sviluppata in stretto dialogo con l’artista, la mostra ospita prestiti provenienti dalle più importanti collezioni e dai maggiori musei internazionali, proponendo come originale chiave di lettura dell’arte di Koons il concetto di shine (lucentezza) inteso come gioco di ambiguità tra splendore e bagliore, essere e apparire.

Protagoniste sono opere che raccontano oltre 40 anni di carriera, dalle celebri sculture in metallo perfettamente lucido che replicano oggetti di lusso, come il Baccarat Crystal Set (1986) o gli iconici giocattoli gonfiabili quali i celebri Rabbit (1986) e Balloon Dog (Red) (1994-2000), fino alla re-interpretazione di personaggi della cultura pop come Hulk (Tubas) (2004-2018), o alla re-invenzione dell’idea di ready-made con l’utilizzo di oggetti di uso comune come One Ball Total Equilibrium Tank (Spalding Dr. JK 241 Series) (1985).

Autore di lavori entrati nell’immaginario collettivo grazie alla capacità di unire cultura alta e popolare, dai
raffinati riferimenti alla storia dell’arte alle citazioni del mondo del consumismo, Koons trova nell’idea di shine (lucentezza) un principio chiave delle sue innovative sculture e installazioni che mirano a mettere in
discussione il nostro rapporto con la realtà ma anche il concetto stesso di opera d’arte. Dotate di una proprietà riflettente, le sue opere accrescono la nostra percezione metafisica del tempo e dello spazio, della superficie e della profondità, della materialità e dell’immateriale.

Come afferma lo stesso Koons: «Il lavoro dell’artista consiste in un gesto con l’obiettivo di mostrare alle persone qual è il loro potenziale. Non si tratta di creare un oggetto o un’immagine; tutto avviene nella relazione con lo spettatore. È qui che avviene l’arte». Con Marcel Duchamp ed Andy Warhol come primaria fonte di ispirazione, la sua arte unisce pop, concettuale e postmoderno.

«Abbiamo lavorato diversi anni per realizzare a Palazzo Strozzi questa grande mostra su Jeff Koons, una delle
figure più significative dell’arte contemporanea a livello globale, continuando così la nostra sequenza di
esposizioni dedicate ai maggiori protagonisti dell’arte contemporanea – dichiara Arturo Galansino, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi e curatore della mostra – Per la prima volta si indaga
un aspetto unico e caratteristico dell’arte di Koons, quello legato alla riflettenza e alla luce». «Jeff Koons insiste spesso sulla dimensione umana del suo ruolo di artista – afferma Joachim Pissarro, curatore della mostra – . C’è qualcosa di immediatamente coinvolgente nel lavoro di Jeff Koons, qualcosa che parla al nostro cuore in profondità. Tuttavia, la sua opera è tutt’altro che facile. La possibilità di vedere oggi la sua opera a Firenze è estremamente importante: entra profondamente in risonanza con la tradizione del Rinascimento e ci procura un’intensa gioia e un appagamento estetico. Questo è il mistero di Jeff Koons».

Redazione

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