Nati ad Osaka, in Giappone, nel 1979 per ospitare prevalentemente i pendolari che avevano bevuto troppo o perso l’ultimo treno per tornare a casa, i capsule hotel si sono poi sviluppati in tutto il mondo soprattutto negli aeroporti: da Parigi a Mosca e Bangkok, e poi in città come Singapore, Seul e Mumbai.
Tuttavia, in Europa, sono rari al di fuori degli scali. Esempi sono il City Hub di Amsterdam e il capsule hotel di Lucerna, aperto in Svizzera alla fine dello scorso anno. Milano è stata la prima città italiana ad avere un capsule hotel, ma la società ZZZleepandGo ha pensato di espandersi e approdare a Torino.
Già presente all’aeroporto di Caselle, a fine 2020 Ostelzzz arriva in centro, a via Sacchi, con 200 micro-stanze o sleeping pods che con una spesa tra i 40 e i 50 euro offrono un’elevata offerta tecnologica: dalla rete wifi agli attacchi per le prese elettriche, passando per un social network interno per dialogare con le altre capsule. Inoltre, check in e check out avvengono tramite una reception virtuale attiva 24h, e perfino il cambio lenzuolo avviene in maniera automatizzata.
La struttura al centro di Torino, a differenza di altri Ostelzzz che puntano sulla clientela business, si concentrerà maggiormente sulle famiglie. «Torino, pur essendo una realtà con potenzialità turistiche elevate – spiega il ceo Gianmaria Leto – è ancora carente nelle soluzioni di ostelleria a basso costo. Per questo, la struttura che apriremo in via Sacchi offrirà una serie di servizi tarati sulle necessità di un utenza prevalentemente familiare e sarà dotata di un maggior numero di capsule con più posti letto. Torino, in sostanza, rappresenterà una città test per verificare in che modo un target differente risponderà alla nostra offerta nell’ottica di ulteriori aperture».
Un ambizioso piano di espansione attraverso il quale la società italiana punta a un aumento del fatturato annuo, con una previsione di incremento pari a 10 milioni di euro in cinque anni.
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