ANOTHER ITALY

L’altra Calabria: nella chiesetta di Piedigrotta l’arte è scavata nella roccia

Quando si dice non solo mare: in Calabria, oltre alle spiagge, ci sono tanti altri luoghi di rara suggestione. Uno di questi è la chiesetta di Piedigrotta, con 300 statue di tufo, a poca distanza da Pizzo, il paesino che conobbe la gloria con Gioacchino Murat

Da tempo la Calabria vuole rinnovare la propria immagine e oltre al richiamo del mare, che sia lungo la costa tirrenica con Tropea che in quella ionica con Soverato, riserva luoghi davvero suggestivi: dove  c’è la storia di questa regione, l’arte spesso povera e popolare di una terra talvolta selvaggia, ma proprio per questo, autentica.

Tra gli innumerevoli spunti di itinerari che si possono intraprendere in terra calabra, c’è il percorso che porta alla visita della Chiesetta di Piedigrotta a Pizzo, a pochi chilometri da Lamezia terme. Un vero e proprio scrigno di sculture di tufo, ben 300 statue realizzate da Angelo e Alfonso Barone, padre e figlio che passarono quasi 50 anni all’interno di questa grotta scavata nel tufo e con una sorgente d’acqua purissima all’interno, ampliandola a colpi di piccone, e ornandola poi con una miriade di sculture rappresentanti varie fasi della vita di Gesù, della Madonna, dei Santi e dello scorrere del tempo.

Il recupero di questa straordinaria opera di arte popolare è stato possibile grazie all’intervento di un loro nipote venuto dagli Stati Uniti che ne ha finanziato il restauro. La storia di questo luogo è un concentrato di passione religiosa, leggenda e vita quotidiana: si racconta di una violenta tempesta di mare, verso la fine del Seicento, che colpì un veliero che navigava nel Golfo di Sant’Eufemia. I marinai a bordo,  tutti di Torre del Greco, fecero voto a Maria SS. di Piedigrotta il cui quadro si trovava nella cabina del comandante, di erigere una cappella votiva nel punto ove avrebbero toccato terra in caso di salvezza. La nave venne scaraventata contro la roccia e andò in pezzi; sulla spiaggia rimase, intatto, il quadro della Madonna. I marinai, tenendo fede alla promessa fatta, scavarono nella roccia una buca e vi depositarono la sacra immagine ripromettendosi di ritornare ed erigere, come promesso, una cappella votiva. Visitare questa grotta a meno di 100 metri dal mare, significa immergersi in una atmosfera di 200 anni fa, quando i marinai rientravano dalle loro nottate di pesca.

Un altro luogo da visitare a Pizzo è il Museo Civico che ospita oltre 100.000 conchiglie provenienti da ogni angolo del globo, 5.000 fossili italiani ed esteri appartenenti a diverse varietà di fauna e flora marine, centinaia di pesci imbalsamati e mummificati, scheletri di pesci e cetacei, differenti specie di organismi marini. A questi si aggiungono, nell’esposizione: attrezzi usati per la costruzione delle navi dall’abbattimento dell’albero fino al lavoro del mastro d’ascia; strumenti costruiti da artigiani o pescatori come reti, specchi, fiocine, piombi, arpioni, corde, ceste e lumi; conchiglie e coralli rifiniti a mano. A completare il tutto, ci sono anche 400 quadri con soggetti marini. Per avere informazioni su orari e visite guidate si può visitare e consultare il sito  www.pizzocalabro.it.

 

Andrea Lovelock

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