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La svolta green di CartOrange

Un albero per ogni tour acquistato: sta nascendo in Camerun la foresta #cartorange4planet che la società di consulenti di viaggio pianta per compensare l’inquinamento dei viaggi aerei.

Realizzata con Treedom, unica piattaforma web al mondo che permette di piantare un albero a distanza e seguirne la crescita online, la foresta di alberi di cacao da agricoltura sostenibile crescerà man mano che i clienti acquisteranno i viaggi legati all’iniziativa. Ogni albero porta il nome del cliente che attraverso un diario online potrà vedere foto e informazioni sulla piantagione e sui contadini che se ne prendono cura.

In questo modo, oltre all’assorbimento della CO2 con conseguente riduzione dell’effetto serra, si consegue la tutela della biodiversità locale, il sostegno al reddito degli agricoltori e delle loro famiglie e si contrasta la desertificazione.
Il progetto #cartorange4planet si inserisce in un più ampio programma abbracciato da CartOrange per ripensare in chiave green ogni aspetto dell’attività e far viaggiare i propri clienti in modo più sostenibile.

“Per esempio, – precisa Gianpaolo Romano, amministratore delegato di CartOrange, – consegniamo ai clienti che partono con noi un vademecum sulle regole di rispetto ecologico da seguire durante il viaggio; abbiamo eliminato la carta da preventivi, contratti e documenti di viaggio; e, soprattutto, selezioniamo solo fornitori e partner che hanno la nostra stessa sensibilità. Se vogliamo continuare a viaggiare per il nostro bellissimo pianeta, dobbiamo preservarlo: i nostri clienti devono poter essere sicuri che, scegliendo CartOrange, fanno una scelta di sostenibilità e difesa dell’ambiente».

I voli aerei sono fra i maggiori responsabili del riscaldamento globale, quindi un serio problema per l’ambiente. Un passeggero che viaggia da Milano a New York produce circa due tonnellate di anidride carbonica, pari a quasi un quarto delle emissioni che un cittadino europeo produce in un anno intero. Se teniamo conto che nel 2018 i passeggeri sono stati 5 miliardi, intervenire al più presto diventa una priorità.

«Come azienda che fa viaggiare in tutto il mondo 15.000 passeggeri ogni anno, siamo i primi a doverci porre il problema – aggiunge Romano –. C’è un nascente movimento, soprattutto nel Nord Europa, che chiede di ridurre i voli aerei, ma i mezzi alternativi non sono sempre un’opzione e smettere di viaggiare non è una soluzione. Ci siamo detti quindi che dovevamo trovare un modo per compensare l’impatto dei voli. Così, abbiamo deciso di puntare sui “compensatori” naturali della CO2: gli alberi».

Maria Grazia Casella

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