Ed è una vera novità, perché è la prima volta che il Paese cugino d’oltralpe istituisce la Capitale francese della cultura, sulla scia di quello che già diversi altri, tra cui ovviamente l’Italia, fanno già da anni. Per concorrere al titolo occorre essere città con una popolazione compresa tra i 20mila e i 200mila abitanti, e proporre progetti culturali coinvolgenti e in grado di valorizzare il patrimonio culturale e naturale del territorio.
Le candidature erano state lanciate l’anno scorso e a spuntarla è stata appunto Villeurbanne, ventesimo centro francese, che si aggiudica così un premio di un milione di euro per portare avanti le sue iniziative ma soprattutto avrà anche l’occasione per un anno di uscire alla ribalta e puntare i riflettori su di sè invece che sulla più blasonata Lione.
Iniziano in città gli eventi per salutare quest’anno speciale. Il progetto con cui Villeurbanne ha vinto si chiama “Place aux jeunes!” e punta a un programma ricco, eclettico, sviluppato in collaborazione con le associazioni culturali locali e con le istituzioni, e soprattutto punta ai giovani, ai quali si rivolgerà anche – compatibilmente con la situazione sanitaria – un festival open-air in progetto nel parco urbano La Feyssine. E la città si presenta in modo giovane, quasi il 50 per cento della popolazione, dicono le autorità locali, ha infatti meno di 30 anni.
Nata come sobborgo agricolo di Lione e poi diventata città operaia, Villeurbanne vede un importante sviluppo architettonico tra gli anni Venti e Trenta con la realizzazione di una nuova piazza urbana, Place Lazare Goujon dal nome del sindaco artefice di questo scatto, e con la realizzazione del quartiere Gratte-Ciel, in cui sorge anche il Palais du Travail che oggi ospita il Théâtre National Populaire, e la torre dell’Hôtel de Ville.
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