Le acque alluvionali si formano a fine marzo o all’inizio di aprile, dando vita appunto a un’ulteriore stagione tra l’inverno e la primavera, molto apprezzata dagli estoni e che può diventare l’occasione per un viaggio di immersione nella natura del Paese baltico.
Questo fenomeno naturale si verifica nel momento in cui i fiumi non riescono a far fronte allo scioglimento delle nevi, provocando una spettacolare inondazione annuale che rende strade, foreste e prati percorribili solo via acqua.
Ecco perché visitare l’Estonia durante la quinta stagione è un’esperienza molto particolare e suggestiva, perché permette di scoprire la bellezza e l’autenticità di questo Paese baltico, attraverso la magia delle sue cascate: tra quelle più suggestive da visitare, proprio in primavera durante il periodo di piena, l’ente del turismo suggerisce la cascata Valaste – oltre 30 metri – che si classifica come la più alta del Paese. Altre due imperdibili sono Jägala, la più popolare e ampia dell’Estonia e Keila: alta 6 e larga decine di metri, terza cascata più grande del Paese.
Durante la quinta stagione è inoltre possibile assistere ad uno degli spettacoli naturali più suggestivi in Estonia al Tuhala Witch’s Well, un pozzo situato vicino Tartu. Secondo la leggenda, il pozzo inizia a gorgogliare quando le streghe di Tuhala rimestano l’acqua al suo interno. Questa sorgente straripa nei periodi di acqua alta, toccando una velocità di fuoriuscita dell’acqua di 100 litri al secondo. Questo crea un effetto considerato uno dei fenomeni naturali più singolari d’Europa ed è un vero e proprio spettacolo naturale. Tuttavia, non è un’esperienza facile da pianificare, poiché può durare da un giorno a tre settimane, tutto dipende da Madre Natura!
Se poi non è possibile raggiungere il Parco Nazionale di Soomaa per la quinta stagione, ci sono diverse alternative per viverla. Uno è percorrere, accompagnati da guide locali, le acque in canoa lungo strade, foreste, fattorie e campi allagati riscoprendo la tradizione, secondo cui gli abitanti di Soomaa utilizzavano le cosiddette haabjas (piroghe) per spostarsi durante le inondazioni.
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