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Il popolo dei camminatori: identikit del turista slow

Il turismo lento piace sempre di più e dopo lo stop dovuto alle restrizioni Covid si torna a camminare anche più di quanto si facesse prima della pandemia. A dimostrarlo è lo studio condotto da Terre di Mezzo, che ha presentato i dati raccolti nel corso di Fa’ la cosa giusta, la fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, che dopo due anni di stop è tornata a Milano ospitando anche la novità della Fiera dei Grandi Cammini.

Il 64% dei turisti a piedi ha fatto un cammino nel 2021 e, giusto per dare un esempio, nel mese di aprile 2022 coloro che hanno intrapreso il Cammino di Santiago, padre di tutti i cammini, numericamente hanno già raggiunto i dati dei camminatori pre-pandemici. E a questo aumento di turisti slow corrisponde anche la nascita di nuovi cammini sempre più strutturati.

Chi sono i camminatori di oggi?
Per tracciare l’identikit del viaggiatore in cammino, Terre di mezzo ha contattato le associazioni e gli enti impegnati nella gestione e valorizzazione di 79 Cammini e ha intervistato 1821 tra camminatori, volontari, tour operator e operatori nelle istituzioni. Un turista lento viene a conoscenza di un cammino nella maggioranza dei casi tramite il passaparola, poi online, principalmente consultando siti e social network. Soltanto il 3% viene informato dai mezzi di comunicazione più tradizionali, come giornali, radio e televisione.

Cosa spinge una persona a trascorrere le vacanze in cammino? Principalmente la voglia di conoscere i borghi e il territorio, per trarne benessere mentale ed emotivo – come ha risposto l’84% degli intervistati -, ma anche benessere fisico (66%). Il 30% sceglie di fare un cammino in solitudine, un momento vissuto quindi come esperienza di arricchimento personale.

Di quale equipaggiamento deve disporre un camminatore? I piedi rimangono il “mezzo” principale sui Cammini d’Italia, solo il 4% ha scelto la bicicletta. I mesi estivi sono stati i più gettonati, complice la pandemia che anche nel 2021 ha di fatto ristretto l’arco temporale in cui era possibile viaggiare con una relativa tranquillità. Cresce il numero delle persone che camminano più del tempo medio di ferie di circa 15 giorni (in due anni dal 10% al 18%), ma anche quelli che lo fanno per meno di 5 (in due anni dal 10% al 23%).

Il 31% cammina da solo, il 34% in coppia, l’8% in gruppi di 10-30 persone (spesso gruppi accompagnati da guide ambientali – trend sempre più in crescita, come raccontiamo anche nella nostra rubrica #InCammino in collaborazione con Aigae). Il 66% parte con una guida in tasca, il 41% con le tracce gps sul cellulare (spesso si preferisce attrezzarsi di entrambi gli strumenti).

Il ritratto del camminatore è presto tracciato, è donna: a differenza del 2020, infatti, sono più le donne a scegliere una vacanza di questo tipo. Ha età compresa tra i 51 e 60 anni, sebbene il Cammino rappresenti una modalità vacanziera sempre più di tendenza anche tra i giovani, che però sono più restii a partecipare ai sondaggi e a richiedere le certificazioni ufficiali a disposizione. Quasi il 70% dei camminatori ha dai 30 ai 60 anni, quindi è sicuramente in età lavorativa, segno che la scelta di un modo lento e sostenibile di viaggiare non è solo per chi ha molto tempo a disposizione. E, infatti, il 46% dei camminatori è un dipendente full time, mentre il 17% un libero professionista.

I turisti a piedi partono soprattutto da Lombardia e Veneto, Emilia Romagna e Toscana. Il 51% dei turisti spende durante il cammino dai 30 ai 50 euro al giorno, il 16% più di 50 euro, il 22% riesce a stare sotto i 30 euro e il 9% riesce a spenderne anche meno di 20. Cifre modiche che dipendono dalla preferenza per strutture ricettive semplici ed economiche e per il consumo di pasti veloci, soprattutto nei cammini più brevi.

Laura Cusmà Piccione

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