LGBT TRAVEL

Identikit del viaggiatore arcobaleno (aspettando la maxi convention di Milano)

Conto alla rovescia per la convention mondiale Iglta, che si terrà a Milano ad ottobre.  La 38ª Annual Global Convention è il principale evento di formazione e networking per il turismo Lgbt+, e nel capoluogo meneghino vedrà la prima edizione europea dopo Madrid nel 2014.

In preparazione all’evento che tra poco più di un mese renderà Milano arcobaleno, il portale Gay.it ha voluto fare il punto su come e dove viaggia la community Lgbtq+.

Si sa che questo segmento ha un grosso potenziale per il mercato italiano incoming (circa 3,2 miliardi di giro d’affari, predilezione per turismo di qualità, amore per l’arte e la cultura) e outgoing, si parla infatti di una quota di popolazione tra il 5 e il 10% che nelle fasce più giovani raggiunge anche il 15% di persone che si definiscono Lgbtq+, quindi potenzialmente tra i 3 e i 6 milioni di viaggiatori che nel futuro potrebbero essere molte di più. Ma quali sono le abitudini di viaggio del turista Lgbtq+ italiano?

I dati sono stati raccolti mediante sondaggio on line sul sito Gay.it nelle ultime settimane. Nel periodo che va da luglio 2021 a luglio 2022 sono mediamente 17 i giorni di vacanza riportati dagli intervistati, e 4 i periodi di vacanza medi.

L’80% degli intervistati andrà in vacanza entro fine anno, il 21% farà sia vacanze “estive” che vacanze invernali entro la fine del 2022, il 51% farà vacanze tra settembre e dicembre.

Italia o estero? L’80% farà almeno una vacanza in Italia nei prossimi 6 mesi. A guidare la classifica delle destinazioni la Puglia e la Sicilia, ed, a pari merito al terzo posto, Toscana, Veneto ed Emilia Romagna. Per quanto riguarda le modalità di soggiorno, il 24% ha scelto un intero appartamento, il 23% un hotel 4 o 5 stelle, il 21% un hotel 3 stelle, mentre il 6% possiede una seconda casa per le vacanze.

Sul fronte mezzi di trasporto, il 30% utilizza l’auto propria per raggiungere la destinazione, il 17% l’aereo, il 12% il treno.

Conta poi anche la comunicazione “friendly”. Per la media degli intervistati è infatti tutt’ora molto importante che una struttura e/o una destinazione comunichino in modo esplicito verso il target Lgbtq+ e possano sottolineare il fatto di essere “friendly”. Per il 20% degli intervistati questo aspetto pesa “10” in un una scala da 1 a 10.

Marco Merli

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