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Honduras, un libro per un viaggio-scoperta nell’Isola di Roatán

Acque cristalline brulicanti di vita naturale, spiagge bianche come la neve, il sito archeologico di Copàn, uno dei più estesi del Centro America, una barriera corallina mozzafiato tra le meglio conservate al mondo: è la carta d’identità dell’Isola di Roatán, in Honduras, illustrata in un libro che non può mancare nella biblioteca di un viaggiatore.

Si intitola “Roatàn & The History of Bay Islands”  e non è un semplice coffee book, bensì un caleidoscopio di immagini firmato da Lizzette Kattan, già editor in chief di Harper’s Bazaar Italia e Francia, e dal figlio Roland James con una raccolta di scatti d’autore di otto fotografi e le testimonianze di viaggiatori e globetrotter innamorati di questo angolo di paradiso sulla terra.

Sito archeologico di Copan

Un’opera che, come spesso accade, può far scattare la voglia di partire alla volta di questo sconosciuto angolo di mondo: con i suoi 673 km di costa l’Honduras può vantare numerose spiagge di sabbia bianca come neve dei Caraibi nell’Oceano Atlantico e un paesaggio che crea le condizioni ideali per gli appassionati di fotografia, snorkeling, kayak, immersioni ed altri sport acquatici. Eppure ad oggi l’Honduras è ancora largamente sottovalutato turisticamente e in larga parte da esplorare da questo punto di vista. Non a caso l’autorevole Condé Nast Traveller lo ha inserito tra le migliori mete da visitare nel 2022.

Non molti sanno, ad esempio, che tra le Bay Island, tra cui Roatán, Utila e Guanaja, si trova la seconda barriera corallina più grande del mondo (dopo quella Australiana) ed anche una delle meglio conservate, con un’estensione superiore a 100 km e in cui vivono più di 4mila specie di pesci, oltre a vari tipi di delfini e l’incredibile squalo balena. Con più di una dozzina di parchi nazionali, diverse imponenti catene montuose, la fitta foresta pluviale e il Lago Yojoa, l’Honduras può vantare una notevole biodiversità, con oltre 700 specie di uccelli censiti.

Ci sono, infine, i tesori della civiltà Maya, che fiorì nell’ovest del Paese, in particolare a Copan. Qui, immerso nella vegetazione lussureggiante, si trova uno dei siti archeologici più estesi, nominato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco dal 1980.

Andrea Lovelock

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