Frutto della collaborazione tra l’Università di Zurigo e un team di esperti giapponesi guidato dai professori Aki Nishioka e Takashi Kawashima, l’esposizione è un percorso attraverso un immaginario popolare paesaggistico e visuale, ma analizza anche le modalità per cui Heidi è diventata veicolo di promozione turistica della Svizzera e continua ad esserlo oggi.
Bambina originaria delle montagne svizzere, Heidi diventa famosa in tutto il mondo alla fine del XIX secolo, quando la sua storia raccontata dalla scrittrice Johanna Spyri diventa un bestseller internazionale
Ma ad affascinare i lettori è anche la cornice in cui si svolgono le vicende dell’orfanella: le Alpi svizzere con la rappresentazione della comunità rurale, della cultura montanara e dell’ambiente bucolico alpino, che inducono un desiderio di natura e tranquillità.
Un’aspirazione particolarmente sentita in Giappone, soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando nasce nella popolazione un crescente interesse per quel mondo alpino idealizzato, in contrapposizione allo sviluppo industriale giapponese. È in questo contesto che Heidi nel 1974 viene definitivamente consacrata al pubblico mondiale grazie alla distribuzione di un anime (come vengono chiamati i cartoni animati in Giappone) di straordinario successo.
Obiettivo della mostra di Zurigo è mettere in luce la genesi di un tale successo, frutto della commistione di due culture, quella giapponese e quella svizzera, ma anche rievocare una storia e personaggi che accomunano più di una generazione.
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