ART&CULTURE

Fabrizio De Andrè racconta la sua Genova ai Rolli Days di gennaio

Sacro e profano, in una ballata per Genova: sarà questo il cuore della prima edizione invernale dei Rolli Days nella città della Lanterna, giorni nei quali l’apertura straordinaria dei palazzi Unesco li vedrà raccontati con le parole e le note del grande Fabrizio De Andrè.

L’appuntamento con i Rolli Days d’inverno è al 19-21 gennaio. Genova è una città dai forti contrasti, oggi così come al tempo della Repubblica aristocratica, quando un ristretto gruppo di ricchi oligarchi governava una grande massa in povertà. Alle monumentali vie dell’aristocrazia, con palazzi decorati da affreschi spettacolari e alle cui pareti pendevano capolavori pittorici, si addossavano le strade più umili. Questo contrasto, riportato dalle cronache del Cinque e del Seicento, è rimasto come caratteristica di Genova ancora nelle lettere scritte da Dickens, Mark Twain, Stendhal e molti altri che la visitarono nel corso del XIX secolo, stupendosi della decadenza di alcuni vicoli, affiancati all’oro e ai marmi dei palazzi e delle chiese.

C’è poi un dialogo fra palazzi e chiese, fra spazi privati e spazi pubblici. I saloni dei Palazzi dei Rolli sono privati e destinati a pochi, le navate monumentali delle chiese sono pubbliche e offerte a tutti gli occhi. Pittori e scultori – e committenti – sono gli stessi, per raccontare miti, allegorie, soggetti profani, ma anche storie dei santi, epifanie del divino e soggetti sacri.

La prima edizione invernale dei Rolli Days, dal 19 al 21 gennaio, prova a raccontare questi contrasti sociali, urbani, artistici. E il tema scelto per questa edizione permette anche di farsi ispirare dalla vena poetica e musicale di un grande artista del nostro tempo: Fabrizio De Andrè, appassionato cantore della città. Nel 25esimo anniversario della morte del cantautore genovese, le sue canzoni e le novelle in esse raccontate saranno guida e ispirazione per narrare suoni e personaggi del centro storico monumentale di Genova e i suoi spazi più significativi.

Accanto alle visite guidate dei divulgatori scientifici dei Rolli Days, una serie di eventi collaterali ricorderanno il grande cantautore. Attraverso i testi di De Andrè verranno fatte vivere le piazze del centro storico.

Genova con le parole di Fabrizio De Andrè

“Via del Campo, c’è una bambina
Con le labbra color rugiada
Gli occhi grigi come la strada
Nascon fiori dove cammina”.

A Via del Campo di De Andrè si può legare la visita al palazzo dei Centurione, incombente come la chiglia d’una nave incagliatasi nel dedalo delle strade medievali, e che si trova proprio all’inizio di una delle vie principali di Genova tra Trecento e Seicento, una delle direttrici che permettevano il collegamento tra la porta occidentale della città e il suo centro pulsante. Via del Campo immagina la via e uno dei suoi palazzi – non meglio identificato – come palcoscenico per una storia d’amore “sognato” tra un cliente e una giovanissima prostituta, con le sue luci e le sue ombre.

“E te ne vai, Maria, fra l’altra gente
che si raccoglie intorno al tuo passare,
siepe di sguardi che non fanno male
nella stagione di essere madre”.

Le parole di Ave Maria (La buona novella) possono ispirare la visita agli affreschi e alla decorazione della chiesa di San Luca che hanno come protagonista, insieme al santo, proprio la figura di Maria. Maria è anche protagonista di un intero album di Fabrizio De André, dedicato appunto a La buona novella evangelica e alle dicotomie intrinseche nella dottrina cristiana, che hanno, secondo il cantautore, molto a che vedere con il mondo e la realtà profana.

“Questa è la tua canzone Marinella
che sei volata in cielo su una stella
e come tutte le più belle cose
vivesti solo un giorno, come le rose”.

La Chiesa di Santa Maria Maddalena si trova all’ombra dei grandi palazzi di Strada Nuova, alle spalle delle più ricche e sedi del potere cittadino, nel bel mezzo del quartiere che più di tutti rappresenta questa ambiguità tra la profanità dell’amore libero e la sacralità quasi religiosa di affreschi e opere d’arte. Nessuna canzone poteva raccontare questa storia meglio de La canzone di Marinella, dedicata a una Maddalena moderna, estremamente terrena, che grazie alle parole di Fabrizio De André assume l’aura di una donna celeste.

 

Redazione

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