Tra i luoghi della natura e della memoria, arroccati sulle montagne italiane, un posto di rilievo lo merita Colle Santa Lucia, considerato uno dei borghi montani più belli d’Italia: si tratta di un piccolissimo borgo ladino situato in provincia di Belluno che che domina la Val Fiorentina. In questo borgo ci sono punti di osservazione sul Pelmo, il Civetta e la Marmolada che sono alcune delle vette più belle delle Dolomiti e fanno parte della lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco.
Il borgo alpino di Colle Santa Lucia, ospita un piccolo gioiello storico e artistico, la Chiesa di Santa Lucia le cui origini sono tutt’ora incerte dove si trovano affreschi, statue e dipinti antichissimi e la Cesa de Jan meglio conosciuta come Casa Chizzali-Bonfadini che è stata edificata durante i primi anni del ‘600 tra le più antiche dimore, tuttora intatte, delle Alpi.
Da Colle Santa Lucia ci si può avventurare nelle Miniere del Fursil, visitabili e diventate famose nel corso della storia per l’estrazione di un minerale (siderite manganesifera) utilizzato per la produzione di spade. Qui ci si può inoltrare nella Minera dei Vauz, una miniera del 1600, oggetto di un’opera di recupero per valorizzare un altro aspetto delle Dolomiti legato alla loro storia millenaria. La visita è molto particolare perché i visitatori devono accomodarsi a bordo di un trenino che trasporterà fino al cuore del monte Pore in un percorso di scoperta in luoghi che per secoli furono teatro di leggende rivissuti nei libri di C.F. Wolff.
Un’altra escursione imperdibile, sempre partendo da Colle Santa Lucia, è la visita guidata sui sentieri della Grande Guerra in compagnia della Guida Alpina Storica Franz che da oltre 20 anni è specializzato in storia della Grande Guerra sul fronte dolomitico. Le visite vengono solitamente effettuate da giugno a settembre e prevedono un pranzo al sacco oppure ai Rifugi Averau e Fedare.
Per l’escursionismo naturalistico, poi, questi luoghi permettono di percorrere l’Alta Via dell’Orso, un itinerario sulle pendici del Monte Pore sulle tracce del famoso romanzo La pelle dell’orso di Matteo Righetto. Ispirato, infatti, al viaggio che i protagonisti dell’opera letteraria compiono alla ricerca dell’orso chiamato da tutti El Diàol, il sentiero sovrasta la val Fiorentina e attraversa paesaggi selvaggi del massiccio del Pore (gruppo Nuvolau-Averau), per poi scollinare sul versante di Livinallongo del Col di Lana (Fodóm).
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