È vero, c’è lo smartworking. O meglio, il nuovo concetto di sail working, se serve. È anche vero che dopo oltre un anno di lavoro a distanza, tra call, corsi di formazione online, scuola in dad, aperitivi digitali e dirette social tra pc e smartphone, arriva il momento di staccare dallo stress dell’iperconnessione e scoprire il digital detox.
Un concetto nato qualche anno fa per combattere l’ansia da social, la paura di essere tagliati fuori e perdersi qualcosa di importante, una forma di stress legato alla necessità di restare costantemente attaccati al cellulare.
Un’idea facilmente attuabile a bordo di una barca, in qualsiasi parte del mondo. Intanto, l’intimità dell’imbarcazione in sé offre il giusto contesto per riscoprirsi. E poi, piedi scalzi, navigazione, contatto costante con la natura, bagno di sole e vento, tuffi, nessun orario da rispettare se non quelli dettati dal ritmo della natura stessa.
Tutto questo ha un immediato potere distensivo, con la complicità dell’essere circondati dal blu, colore che sulla mente ha un effetto rilassante.
La barca aiuta a eliminare il superfluo già prima del viaggio. Trattandosi di una vacanza con spazi ridotti e proporzionati, si parte infatti dalla cernita di cosa mettere nel bagaglio, privilegiandone uno morbido, meglio adattabile agli spazi delle cabine.
Inoltre è una vacanza all’insegna della condivisione e dell’empatia. Infine la quiete del mare aperto e della natura completa il pacchetto benefico.
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