ANOTHER ITALY

Dagli alpinisti esperti alle famiglie: guida ai rifugi della Valle d’Aosta

Deriva dall’idea di fuga, il termine rifugio. Presuppone grandi pericoli da cui scappare e cercare riparo, in attesa che tutto si calmi e sia possibile riprendere il cammino.

Infatti, è esattamente questo il fine originale della galassia dei tantissimi rifugi alpini che costellano gli imponenti rilievi della Valle d’Aosta: in basso, nei fondivalle, si snoda una serie di suggestivi castelli, sorti nei secoli al fine di presidiare, governare, difendere il territorio da invasori o malintenzionati; in alto, i rifugi, decisamente più recenti, nati per accogliere, proteggere, offrire riparo a chi ne ha bisogno, funzione in parte ancora oggi in essere.

Nella nostra epoca, tuttavia, i rifugi alpini valdostani sono diventati anche ambite mete di escursionisti, alpinisti, o anche semplicemente appassionati della montagna e dell’outdoor, che li scelgono non solo come tappe lungo i loro percorsi, o come punti di partenza alla conquista della prossima vetta, ma sempre più anche come destinazioni vere e proprie delle ascese.

Si trova in Valle d’Aosta la Capanna Regina Margherita, il più alto rifugio in Europa: la sua costruzione originaria è stata realizzata nel 1893 nella Valle di Gressoney e da qui trasportata, già assemblata, a quota 4.556 m in spalla da uomini e muli. Oltre a indirizzi storici, sono sempre di più, tra le valli valdostane, quei rifugi che si distinguono e vengono ricercati non solo da alpinisti, trekker ed escursionisti esperti, ma anche da chi è nuovo a questo mondo e cerca in quota oasi di ospitalità, gusto e genuinità, oltre che di turismo responsabile e sostenibile, attento all’ottimizzazione delle risorse, più che mai preziose a certe altitudini alla minimizzazione dell’impatto ambientale e a una gestione accorta dei rifiuti, nel rispetto della natura e dei suoi abitanti.

Alcuni, per la loro collocazione, offrono accoglienza, calore e ristoro soprattutto ai più esperti e avventurosi escursionisti, mentre altri sono ideali per accogliere anche famiglie con bambini. Rifugi di facile accesso, raggiungibili camminando su sentieri, mulattiere o strade poderali — in media per un’ora e mezza circa — o collegati, spesso, anche da impianti a fune.

Lungo gli itinerari della Valle d’Aosta, gli escursionisti più organizzati possono avvalersi anche dei numerosi posti tappa. Più semplici dei rifugi, i posti tappa offrono fino a un massimo di trenta posti letto e l’attrezzatura per cucinare, ma non il servizio di ristoro. I posti tappa sono in genere di facile accesso, spesso raggiungibili anche in auto. Più in alto, dove le difficoltà per l’accesso cominciano a salire, alpinisti e trekker esperti trovano riparo, oltre che nei rifugi alpini, anche nei bivacchi fissi, locali non custoditi e attrezzati sommariamente.

Dormire in rifugio: alcune linee guida

I rifugi alpini valdostani sono generalmente composti da camere a più letti (solitamente da 2 a 6), dove non è sempre necessario portare il sacco a pelo: nei rifugi escursionistici, molto spesso, sono i gestori a fornire coperte e piumini e, agli ospiti che ne sono sprovvisti, un sacco lenzuolo monouso o di cotone riutilizzabile in vendita o a noleggio. Un valido strumento, in fase di pianificazione, è la guida che raccoglie tutte le info e i contatti dei Rifugi valdostani

Eccone alcuni tra i più interessanti.

Bivacco Claudio Brédy (quota 2.550 m)

Situato a 2528 metri, nel Vallone di Vertosan, il Bivacco Brédy si affaccia sui Laghi di Dziule e rappresenta un esempio di architettura sostenibile e innovativa, integrata nel paesaggio alpino. La struttura, inaugurata nel 2021 in memoria di Claudio Brédy, offre spazio per 6 persone, dotazioni essenziali e un grande finestrino panoramico che incornicia le cime della Grivola e del Gran Paradiso. Il bivacco è accessibile tramite sentieri ben segnalati e si distingue per il suo design minimalista e l’uso di energie rinnovabili, come i pannelli solari sul tetto, garantendo comfort e rispetto ambientale.

Raggiungibile in 2h30’ da Jovençan di Vertosan (Segnavia 30, 11)  posti letto: 6.

Rifugio Quintino Sella (3.585 m)

Il Rifugio Quintino Sella, situato nell’area turistica del Monte Rosa, è un punto di riferimento per gli escursionisti e alpinisti che esplorano le alte quote alpine. Offre accoglienza e servizi essenziali in un ambiente montano autentico, rappresentando una base per l’approccio a numerose vie alpinistiche e trekking di media e alta difficoltà. La sua posizione strategica consente di godere di panorami ampi e di un contatto diretto con la natura alpina.

Raggiungibile in 3h dal Colle di Bettaforca o da Stafal funivia St.Anna + seggiovia Bettaforca+3h

Alpe Rebelle, Bionaz

Situato nel comune di Bionaz, l’Alpe Rebelle è un rifugio immerso in un contesto naturale incontaminato, caratterizzato da ampi pascoli e viste suggestive sulle montagne circostanti. Rappresenta un punto di sosta ideale per chi percorre i sentieri della Valpelline, offrendo un’esperienza autentica di montagna con un’atmosfera tranquilla e accogliente.

Bivacco Giusto Gervasutti, Monte Bianco (2.870 m)

Chi dice Bivacco Giusto Gervasutti, dice Monte Bianco: la vetta più alta delle Alpi. È una struttura essenziale ma audace nel design, funzionale per alpinisti ed escursionisti esperti che affrontano itinerari impegnativi in alta quota. La sua posizione strategica permette di affrontare con sicurezza le ascensioni, offrendo un riparo protettivo in un ambiente severo ma spettacolare.

Raggiungibile in 4h da Ferrachet (segnavia 53) posti letto: 8

Rifugio Vittorio Emanuele II

Raggiungibile in due ore di marcia da Pont di Valsavarenche, il Rifugio Vittorio Emanuele II è base di partenza per l’ascensione al Gran Paradiso, al Ciarforon e ad altre vette nei dintorni. Il rifugio ha un servizio bar e ristorante in 2 sale con più di 100 posti a sedere, una sala di recente costruzione tutta in legno e con ampie vetrate, per le belle giornate un ampio dehor con tavoli e panche, oltre a ben 120 posti a dormire distribuiti in camere da 4/5 posti letto a castello o in dormitori.

Raggiungibile in 2h30’ da Pont Valsavarenche.

La foto pubblicata è stata inviata dall’ufficio stampa.
Marco Merli

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