Parte in anteprima venerdì 28 gennaio il suggestivo nuovo progetto di videomapping nel cuore della città. Alessandria, i suoi personaggi, i miti e le leggende che ne hanno creato nei secoli l’identità e la cultura, saranno raccontati attraverso luci fantasiose, animazioni e immagini, sui muri dei palazzi della centrale Piazzetta della Lega.
L’iniziativa è realizzata dal Comune di Alessandria per far scoprire, con una originale rappresentazione artistica, a turisti e visitatori, le principali vicende che hanno caratterizzato, dalla nascita ai giorni nostri, la secolare storia della città. Il videomapping trasformerà l’intera piazza del centro cittadino in un susseguirsi di effetti visivi, che prenderanno vita.
Il video si apre con una data, il 3 maggio del 1168: è l’anno della fondazione di Alessandria, nome assunto in onore di Papa Alessandro III. Una pergamena si srotola svelando la mappa dell’allora città e si susseguono i nomi dei territori che intorno all’antico borgo Rovereto, unendosi, diedero vita alla nuova municipalità.
E dalla storia si passa alla leggenda, quella del pastore Gagliaudo Aulari, che con uno stratagemma salvò Alessandria dall’Imperatore Barbarossa, facendogli credere che la città avrebbe ancora potuto resistere a lungo all’assedio e convincendolo così a ritirare le sue truppe.
Si ritorna poi alla verità storica e attraverso una serie di dipinti è presentato Papa Pio V, il Papa alessandrino, successivamente proclamato santo, pontefice della controriforma cattolica e della Lega Santa, protagonista della vittoria della battaglia di Lepanto. Proprio quest’anno ricorre il 450° anniversario della morte di Papa San Pio V e la Città di Alessandria, la Diocesi, la Provincia e il Comune di Bosco Marengo, borgo natio dell’unico Papa piemontese, hanno presentato un calendario di iniziative, che si snoderanno per tutto il 2022, per celebrare la ricorrenza.
Il video procede con un altro importante personaggio determinante per la storia di Alessandria. È Napoleone, con la vittoriosa battaglia di Marengo del 14 giugno del 1800, che consacrò Alessandria capitale naturale dell’Italia napoleonica. A poco più di vent’anni dalla storica battaglia, la città divenne protagonista di un altro momento storico. Il 10 marzo 1821 per la prima volta nel territorio italiano, ancora non definito nei suoi confini, venne issato il Tricolore nella Cittadella di Alessandria, costruita dai Savoia nel XVIII secolo.
Nel Risorgimento si inserisce la figura di Santorre di Santa Rosa, anima dell’insurrezione che nell’allora Regno di Sardegna, con Torino capitale del territorio piemontese, diede vita ai primi moti risorgimentali che quarant’anni dopo, portarono alla costituzione del Regno d’Italia.
Sulla scena alessandrina a metà dell’800 compare un altro importante personaggio, che segnò una svolta decisiva nel processo di industrializzazione della comunità. È Giuseppe Borsalino, fondatore della storica azienda di cappelli e del marchio. Il cappello Borsalino rappresenta un’icona del made in Italy nel mondo grazie anche al cinema e agli innumerevoli divi che l’hanno indossato sul grande schermo. Da Totò e Peppino in “La banda degli onesti” a Jean Paul Belmondo e Alain Delon in “Borsalino” e ancora Humphrey Bogart e Ingrid Bergman in “Casablanca” fino ad Harrison Ford in “Indiana Jones”.
E proprio il cappello Borsalino rappresenta il trait d’union con un altro alessandrino illustre, Umberto Eco, nato ad Alessandria il 5 gennaio del 1932, semiologo, filosofo e prolifico scrittore, grande osservatore ed esperto di comunicazione e media. Scomparso nel 2016, l’autore de “Il nome della Rosa” e “Il Pendolo di Foucault”, era legato ad Alessandria e la città con discrezione e affetto conserva la sua memoria. Il video si conclude proprio con una sua frase, “Raccontare fa rinascere. Narrare significa prendere il mito, la verità di un tempo e, senza tradirla, rimetterla in presa diretta”.
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