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Da Giotto a Max Ernst, le grandi mostre d’autunno in Italia

Sarà un autunno-inverno vivace per gli amanti dell’arte questo che si sta aprendo in Italia. Non solo Van Gogh a Roma e Keith Haring a Monza, i grandi nomi del passato e della contemporaneità continuano ad arrivare in musei e fondazioni.

Un’occasione da non perdere per programmare un weekend culturale o partire per i ponti di novembre e dicembre.

A Rovereto l’eredità di Giotto

Al Mart di Rovereto arriva Giotto, o meglio la sua ispirazione. Si chiama infatti Giotto e il Novecento la grande mostra che racconta come gli artisti moderni e contemporanei si siano ispirati al genio del maestro che ha rivoluzionato la pittura medievale. Da giovedì 8 dicembre 2022 a domenica 19 mar 2023 si potranno ammirare più di 200 opere in un percorso attraverso la grande storia dell’arte. Sono diversi infatti gli artisti che nel primo Novecento guardano a Giotto come punto di riferimento della tradizione artistica, da Carlo Carrà a Mario Sironi ad Arturo Martini. L’eredità di Giotto è stata poi raccolta anche da Giorgio Morandi, Fausto Melotti, Mario Radice, Lucio Fontana, senza dimenticare i grandi internazionali come Henri Matisse, Mark Rothko, Josef Albers, Tacita Dean e James Turrell. Ecco dunque che al Mart si potranno scoprire questi legami.

A Genova i capolavori di Rubens

Altri legami altrettanto importanti si potranno vivere a Genova, dove Palazzo Ducale ospita fino al 22 gennaio 2023 Rubens e i palazzi di Genova. Si tratta di un’esposizione che vuole raccontare la grandezza del massimo pittore barocco di sempre: Peter Paul Rubens e il suo rapporto con la città. Il progetto nasce in occasione del quarto centenario della pubblicazione ad Anversa del celebre volume di Pietro Paolo Rubens, Palazzi di Genova (1622).

Rubens infatti soggiornò in diverse occasioni a Genova tra il 1600 e il 1607, visitandola anche al seguito del Duca di Mantova, Vincenzo I Gonzaga, presso cui ricopriva il ruolo di pittore di corte. In questo modo ebbe l’opportunità di intrattenere rapporti diretti e anche stretti con i più ricchi e influenti aristocratici cittadini.

Sono oltre 150 le opere che si possono ammirare in mostra, tra le quali oltre venti Rubens provenienti da musei e collezioni europee e italiane, che si sommano a quelli presenti in città. Accanto a loro ci sono anche dipinti di artisti che sicuramente Rubens osservò e studiò, uno tra tutti Tintoretto. E poi si potranno ammirare non solo dipinti, ma anche disegni, incisioni, arazzi, arredi, abiti, accessori e gioielli, che contribuiranno a far immergere nelle atmosfere dell’epoca.

È esposto per la prima volta in Italia anche il giovanile Autoritratto, con un Rubens all’incirca ventisettenne, che un collezionista privato ha offerto come prestito a lungo termine alla Rubenshuis di Anversa e che eccezionalmente torna nel Paese dove fu eseguito, intorno al 1604.

E la mostra varca anche i confini di Palazzo Ducale per un percorso diffuso. In giro per Genova si potrà seguire un vero e proprio itinerario rubensiano alla scoperta dei capolavori nelle loro sedi permanenti, come le due pale d’altare della Chiesa del Gesù – La Circoncisione del 1605 e I miracoli del beato Ignazio di Loyola del 1620 – a pochi passi da Palazzo Ducale, tuttora collocate sugli altari d’origine.

Palazzo Ducale a Genova

Kandinski e le Avanguardie a Mestre

Si compie ora un importante balzo temporale in avanti con la mostra in corso al Centro Culturale Candiani di Mestre. Fino al 21 febbraio 2023 sono in scena Kandinsky e le Avanguardie. Punto, linea e superficie. Wassily Kandinsky ei suoi contemporanei saranno protagonisti nella città a due passi da Venezia, dove la Fondazione Musei Civici Veneziani propone un progetto originale di Muve che attinge dalle proprie Collezioni per mettere in scena alcuni dei grandi interpreti del ‘900 internazionale. I capolavori infatti provengono dalle collezioni della Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro.

In mostra, con Kandinsky, si ammirano tra gli altri capolavori di Paul Klee, Joan Mirò, Emilio Vedova. Si tratta di una mostra che testimonia la ricchezza della proposta artistica in Laguna, frutto degli acquisti del Comune di Venezia alle Biennali, ma anche al grande fascino che Venezia da sempre esercita sugli artisti, e che l’ha fatta diventare un polo d’attrazione.

Il debutto di Max Ernst a Milano

Ed è, infine, un debutto importante quello che ha luogo a Milano. Qui Palazzo Reale ha infatti appena inaugurato la prima retrospettiva in Italia dedicata a Max Ernst (1891-1976), pittore, scultore, poeta e teorico dell’arte tedesco, poi naturalizzato americano e francese.
Oltre 400 sono le opere che si possono ammirare fino al 26 febbraio nei saloni del palazzo di Piazza Duomo, tra dipinti, sculture, disegni, collage, fotografie, gioielli e libri illustrati provenienti da musei, fondazioni e collezioni private, in Italia e all’estero.

La carriera e la sperimentazione di Max Ernst si snodano lungo settant’anni di storia del Ventesimo secolo, tra Europa e Stati Uniti. Il percorso di visita attraversa le vicende biografiche dell’artista raggruppandole in quattro grandi periodi. Un’ampia, ideale biblioteca, quella dell’artista, fatta di libri illustrati, manuali per lo studio, fotografie, oggetti e documenti, si snoda poi lungo tutto il percorso della mostra, invitando i visitatori ad attivarsi in giochi di rimandi e corrispondenze tra le fonti d’ispirazione e le opere stesse.

La mostra racconta anche gli anni trascorsi da Ernst a Parigi e in Francia, l’affermarsi del Surrealismo, gli amori e le amicizie, la prigionia da “artista degenerato” ricercato dai nazisti, la vita americana.

Mariangela Traficante

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