Tutto parte da un’altra rete, quella delle città creative Unesco, nata nel 2004 per legare insieme realtà diverse tra loro ma accomunate da un valore della loro industria creativa. Ci sono infatti le città del design, del cinema, della musica e, appunto della letteratura.
Le City of Literature conservano un ricco bagaglio culturale e un’eredità letteraria importante, ma non solo: in queste città si troveranno tante librerie e biblioteche, festival letterari e numerose iniziative per incoraggiare la lettura e la condivisione della cultura.
La prima è stata Edimburgo, capofila di un plotone che ogni anno cresce con nuove nomine e che oggi conta più di trenta città. Ci sono le grandi star come Barcellona, Praga e Dublino, ma anche Seattle, o la neozelandese Dunedin, dove nacque la prima biblioteca pubblica del Paese.
C’è Reykjavik, la capitale islandese che tra ghiacciai e geyser investe tanto nella cultura, Lubiana, in Slovenia dove uno degli eroi nazionali è un poeta romantico, France Preseren, e c’è il borgo portoghese di Obidos, 12mila abitanti e tante librerie nate dal recupero dei luoghi più impensati, come chiese sconsacrate e stazioni dei pompieri.
E l’Italia? Ci siamo anche noi, ma finora solo con Milano, diventata City of Literature nel 2017.
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