La mostra Canova. Eterna Bellezza, promossa dall’Assessorato alla Crescita culturale di Roma Capitale, prodotta dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e Arthemisia, e organizzata con Zètema Progetto Cultura – è ospitata al Museo di Roma, nell’affascinante contesto di Palazzo Braschi, praticamente a Piazza Navona.
Più di centosettanta pezzi provenienti da importanti musei nazionali e internazionali, opere non solo dell’artista veneto, ma anche di alcuni colleghi dell’epoca che rendevano assai vivace la Capitale dal punto di vista artistico e culturale. Innumerevoli le opere classiche studiate minuziosamente dall’artista che furono fonte d’ispirazione nell’intento di trasformare l’arte antica in emozione moderna.
«L’Antico bisogna mandarselo in sangue – diceva Canova – sino a farlo diventare naturale come la vita stessa». Da vero artista votato alla creazione e non alla riproduzione, si rifiutava di copiare le sculture classiche, come pure di restaurarle.
La mostra affronta anche il rapporto tra lo scultore e la letteratura del suo tempo: una piccola sezione è dedicata alla relazione tra Canova e Alfieri, la cui tragedia Antigone, andata in scena a Roma nel 1782, presenta più di uno spunto di riflessione in rapporto alla rivoluzione figurativa canoviana. In esposizione si trova anche la rappresentazione di un episodio di Amore e Psiche, tema che l’artista reinventò connotandolo di significati filosofici.
Nell’ultima sala della mostra, uno dei capolavori di Antonio Canova: la Danzatrice con le mani sui fianchi, proveniente dal museo dell’Ermitage di San Pietroburgo. La Danzatrice (nella foto lo scatto di Mimmo Jodice) gira sulla sua base, come Canova desiderava, per di più in un ambiente rivestito di specchi, per ammirare ogni particolare della sua fattura.
Vivace e interessante il percorso espositivo della mostra, arricchito da installazioni multimediali appositamente progettate. Accanto alle sculture e ai dipinti, anche l’arte contemporanea rappresentata dalla fotografia, con due sale dove sono esposte le immagini scattate da Mimmo Jodice e aventi come soggetto le opere dell’artista veneto e i particolari che le caratterizzano, con giochi di luci e ombre che le rendono, se possibile, ancora più perfette.
A dare il benvenuto a Palazzo Braschi, nel cortile di accesso, la più contemporanea riproduzione in scala reale del gruppo scultoreo di Amore e Psiche giacente esposta al Louvre di Parigi. Si tratta di una riproduzione scolpita da un robot che per realizzarla ha lavorato per duecentosettanta ore un blocco di marmo bianco di Carrara di dieci tonnellate.
Canova. Eterna bellezza è aperta dal lunedì alla domenica dalle 10 alle 19. Chiusa solo il 25 dicembre e il 1 gennaio.
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