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Amalfi museo open air con “i viaggiatori” di Bruno Catalano

Solide figure di bronzo ma che si guadagnano quasi la leggerezza dell’aria grazie agli squarci che si aprono sull’acqua sul borgo a picco sul mare: per tutta l’estate Amalfi si trasforma in un museo en plein air grazie alla mostra “I viaggiatori” di Bruno Catalano.

Fino al 30 settembre il lungomare dell’amata località campana ospita quattro monumentali sculture dell’artista italo-francese, tra le quali anche una inedita creata e realizzata specificatamente per Amalfi.

Le quattro caratteristiche e grandi sculture di Bruno Catalano racconteranno una storia dedicata al viaggio, inteso sia nel suo senso geografico che come percorso spirituale della vita di ognuno di noi, senza dimenticare il viaggio di chi, da questa terra come da altre d’Italia e del Mediterraneo, è partito e continua a partire, il viaggio dell’emigrazione.

«Questa mostra en plein air vuole essere un omaggio agli Amalfitani nel mondo – illustra la consigliera delegata alla cultura Enza Cobalto – Quelli di ieri e di oggi. Donne e uomini che hanno lasciato i luoghi perfetti dell’infanzia per lavoro o perché costretti da situazioni contingenti. Come gli oriundi che partirono verso terre lontane a inizio Novecento. Le loro valigie erano non solo cariche di pochi effetti personali ma di tante speranze riposte in quelle terre che li ospitarono e in cui oggi continuano a vivere i loro congiunti più stretti. Ciascuno, nei luoghi in cui oggi vive, ha trasferito l’amore per Amalfi e per la Costiera alimentando con orgoglio quel senso di appartenenza mai sopito. Le valigie dei viaggiatori di Catalano ricordano non solo l’emigrazione ma anche la capacità degli amalfitani di intrattenere rapporti commerciali, lungo solco tracciato dai grandi mercanti della repubblica marinara».

Bruno Catalano rende omaggio ai concetti di viaggio, fuga, esilio, attraverso le sue quattro statue monumentali di donne e uomini. Blue de Chine, Pierre David Tryptique, Hubert e Simone, la scultura inedita, svettano sul lungomare integrandosi  con il paesaggio circostante e presentandosi come esseri umani ‘strappati’, attraversati da un vuoto, che non è solo simbolico ma è espresso concretamente dagli ‘strappi’ e tagli che ne interrompono le figure e che diventano quasi cornici per il panorama amalfitano.

Classe 1960, Bruno Catalano realizza queste opere che dal 2005 sono presenti anche in musei e gallerie internazionali e in collezioni pubbliche e private. «Nel mio lavoro sono alla ricerca del movimento e dell’espressione dei sentimenti; faccio emergere dall’inerzia nuove forme e riesco a levigarle fino a dare loro nuova vita – racconta l’artista – Provenendo dal Marocco, anche io ho viaggiato con valigie piene di ricordi che rappresento così spesso nei miei lavori. Non contengono solo immagini ma anche vissuto, i miei desideri: le mie origini in movimento».

Redazione

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