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Al Muse di Trento apre la “Galleria della Sostenibilità” sul futuro del pianeta

Arriva una nuova Galleria della Sostenibilità al Muse, il Museo delle Scienze di Trento, uno spazio espositivo di 400 metri quadri tutto dedicato a temi come questione climatica, perdita di biodiversità, aumento della popolazione, lotta alle disuguaglianze sociali.

Un piano per la sostenibilità” è il nome dello spazio che apre le porte il 4 ottobre ed esplora i molteplici futuri del nostro abitare il pianeta – quelli possibili, probabili e anche desiderabili – con la consapevolezza che la conoscenza può aiutarci a capire che le nostre sfide di cittadini di una comunità globale sono profondamente interconnesse.

Sono esposti concetti ma anche casi concreti e visioni di temi particolarmente controversi, realizzate in forma di interviste intergenerazionali. Una selezione di casi concreti di ricerca e sviluppo e di esperienze produttive e imprenditoriali – infine – racconta come anche il settore privato rivesta un ruolo chiave nel percorso verso il raggiungimento dei 17 SDGs dell’Agenda 2030, attraverso lo sviluppo di modelli più sostenibili.

Tra i temi al centro del nuovo allestimento ci sono “Inquinamento, radioattività, trasformazione dei paesaggi, alterazione del clima, estinzione di massa”: la presenza dell’umanità sul Pianeta sta lasciando tracce che potranno essere rilevate nelle rocce anche fra centinaia di migliaia di anni. Molti scienziati sono convinti che siamo in una nuova epoca, l’Antropocene. La scienza non ha ancora ufficializzato il termine, anche se le prove del nostro impatto crescono giorno dopo giorno. Viviamo in un’epoca di profonda trasformazione ecologica ed ogni cambiamento porta con sé rischi e opportunità: saremo in grado di gestirli al meglio?

Quale segno evidente dell’influenza umana su scala geologica, al Muse verrà esposto un Plastiglomerato, una “roccia” originatasi dall’aggregazione di materiale plastico fuso che solidifica inglobando tutto quello che è presente nell’ambiente di formazione, da frammenti rocciosi a residui di attività umane. I primi plastiglomerati sono stati ritrovati e descritti alle Hawaii nel 2013.

Il Muse nel nuovo spazio presenta anche un progetto di ripristino ambientale che ha per focus le barriere coralline, frutto dell’impegno del Centro MaRHE dell’Università di Milano-Bicocca. Il Centro si occupa del restauro delle barriere coralline e ha messo a punto tecniche efficaci per ripristinare e garantire la sopravvivenza delle specie che popolano questi ecosistemi, tra i più ricchi al mondo di biodiversità.

I visitatori potranno anche muoversi nella Goal Zero Area, che racconta 8 storie imprenditoriali ed è l’inizio di un percorso che ha come obiettivo amplificare e diffondere capillarmente conoscenze e prassi verso gli obiettivi dell’Agenda 2030. Ma cos’è il Goal zero? Ideato nel 2017 dal Gruppo Lavazza, è l’obiettivo primo da raggiungere che prepara e spiana la strada a tutti gli altri dell’Agenda 2030, ossia la conoscenza.

Redazione

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